Valeria Fioravanti, a processo 3 medici di Roma per omicidio colposo: sottovalutarono il quadro clinico

27 Giu 2024 14:21 - di Sara De Vico

Il gup di Roma ha rinviato a giudizio tre medici (due del San Giovanni e uno del Policlinico Casilino) per la morte di Valeria Fioravanti, morta a 27 anni dopo essere stata visitata in diverse strutture sanitarie della Capitale. Una storia drammatica iniziata il 25 dicembre del 2022, quando la donna si era recata in un ospedale della capitale per rimuovere un ascesso. Da lì l’accesso in altri ospedali fino al decesso.

Valeria Fioravanti, a processo tre medici

Quattro giorni dopo l’intervento, Valeria si era presentata al Policlinico Casilino per una forte cefalea associata ad altri sintomi e il 4 gennaio all’ospedale San Giovanni per dolori su tutto il corpo. Il 6 gennaio il ritorno al pronto soccorso del San Giovanni e da lì la conferma di una meningite acuta in corso. Dopo il trasferimento in un’altra struttura della capitale, mentre era già in coma, Valeria Fioravanti è morta il 10 gennaio 2023.

L’odissea della 27enne visitata in 4 strutture

Oggi il giudice ha mandato a processo tre medici, uno del Policlinico Casilino e due dell’ospedale San Giovanni accusati di omicidio colposo. In particolare la procura contesta, a vario titolo, di aver sottovalutato il quadro clinico e di non aver effettuato una valutazione neurologica approfondita. L’udienza è stata fissata per il 16 settembre 2025 davanti al giudice monocratico.

I genitori: siamo soddisfatti, ci manca come l’aria

“Siamo soddisfatti, Valeria ci manca come l’aria, siamo fiduciosi per il corso della legge. I magistrati stanno lavorando con molta cura senza tralasciare niente”, hanno commentato i genitori della 27enne. ” È evidente l’errore che è stato fatto dai medici, Valeria non è stata mai messa sotto osservazione. Non hanno provato a curarla, le hanno dato un antidolorifico, non ci sono parole…Una ragazza che va al pronto soccorso per quattro volte, sempre in condizioni peggiori, ogni volta le hanno cambiato cura, in 15 giorni sono riusciti a ucciderla”’. Mamma Tiziana e papà Stefano non riescono a rassegnarsi e provano ancora tanta rabbia. “Nostra figlia poteva salvarsi con un antibiotico”, dicono, “non ci fermeremo finché Valeria non avrà giustizia”.

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