Calderone:” Cresce l’occupazione in Italia. Il Superbonus ha creato aziende non qualificate”

6 Lug 2024 12:11 - di Redazione

Il ministro Calderone snocciola i dati sul lavoro, con l’aumento delle postazioni a tempo indeterminato in tutto il Paese e critica il Superbonus di Conte anche per gli effetti che ha avuto sul caporalato, creando come conseguenza aziende non del tutto qualificate.

Calderone: “1,5 milioni di posti potenzialmente occupabili”

“In Italia in questo momento abbiamo un incremento dei posti di lavoro a tempo indeterminato. Vuol dire che le aziende stanno investendo, perché non trovando lavoratori e lavoratrici in misura tale da poter compensare le necessità, tengono strette le risorse di valore”, ha detto Calderone al quarto Forum in Masseria.

Il ministro ha smentito quanti parlano di assenza di domanda e di mancanza di opportunità di occupazione. “Sono assolutamente in disaccordo sul fatto che non ci sia lavoro. I numeri ce lo dicono chiaramente. Le aziende hanno a disposizione 1,5 milioni di posti di lavoro, dobbiamo trovare i lavoratori e non possiamo permetterci di avere 2 milioni di ragazzi che non studiano e non lavorano”, ha aggiunto la titolare del dicastero del lavoro e delle politiche sociali.

Il Sud cresce: più 7% di occupazione

“I numeri ci dicono che in questo momento il lavoro cresce al Sud con un incremento del 7% come dice Istat, con dati più bassi al Nord e al Centro, questo vuol dire che c’è una ripresa reale”, ha detto ancora il ministro Calderone nel suo intervento al Forum.

I danni del Superbonus

Sulla questione del lavoro nero Calderone ha poi affermato che, “L’edilizia e l’agricoltura sono settori da monitorare. La percentuale di irregolarità in agricoltura è di oltre il 60% ma non è solo lavoro nero, ma tutta una serie di irregolarità di varia natura, formali, amministrative per arrivare a casi di sfruttamento. Per quanto riguarda l’edilizia, accanto a tante aziende regolari è fiorito un sistema legato alla necessità di fare in fretta e il Superbonus in questo ha inciso parecchio, facendo nascere aziende non qualificate”.

“Nessuno come l’Italia in materia di contrattazione collettiva”

Il ministro del lavoro ha poi sottolineato che, “Il livello della contrattazione collettiva di lavoro italiana, quella seria fatta sulla base dei criteri di rappresentatività delle organizzazioni stipulanti, non ha eguali in tutto quello che è il panorama dei Paesi industrializzati ed evoluti e non, in Europa e nel mondo”.

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