Caso Toti, insorge l’Anm contro due membri laici del Csm che chiedono verifiche disciplinari sul Riesame

13 Lug 2024 15:41 - di Redazione
Toti Csm Anm

A due mesi dall’arresto di Giovanni Toti la situazione si fa ancora più tesa. Le consigliere laiche del Csm, Claudia Eccher e Isabella Bertolini, hanno chiesto l’apertura di una pratica per verificare se sussistono a carico dei magistrati che compongono il Tribunale del Riesame di Genova “profili di illecito disciplinare per abnormità, illogicità della motivazione ed emissione di un provvedimento restrittivo della libertà personale fuori dai casi consentiti dalla legge”. Il riferimento è all’ordinanza emessa giovedì dall’organo collegiale presieduto da Massimo Cusatti; con cui viene confermata la necessità degli arresti domiciliari per il governatore ligure, sospeso dal 7 maggio scorso, nell’ambito della maxi inchiesta per corruzione.

“Non si tratta di censurare l’attività giurisdizionale dei magistrati, ma di valutarne il comportamento in relazione ai richiami etici e alle considerazioni ironiche, che scadono nell’irrisione dell’indagato, contenuti nell’ordinanza”, precisano le consigliere. Bertolini ed Eccher – rispettivamente in quota FdI E Lega-  hanno anche chiesto che la pratica sia inviata alla quarta commissione del Csm per poter valutare se ci siano elementi che incidono sulle valutazioni di professionalità dei magistrati che compongono il collegio di Genova. Il tutto si sta consumendo mentre Elly Schlein, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni si danno appuntamento a Genova per una grande manifestazione che avrà un solo slogan: «Toti si dimetta».

Anm: “Tentativo infelice di interferire”

L’Anm – l’Associazione nazionale magistrati– si chiude a riccio di fronte all’iniziativa delle due consigliere: “Ritengo preoccupante che, in esito ad una pronuncia di un tribunale, nel caso di specie il Tribunale del riesame di Genova che ha rigettato la richiesta di revoca degli arresti domiciliari per il presidente della Regione Liguria, due consigliere laiche del Csm insorgano chiedendo al Consiglio l’apertura di una pratica disciplinare nei confronti di quei giudici”. Così il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia interpellato dall’AdnKronos. Per lui “Si tratta di un infelice tentativo di interferire con il regolare esercizio della giurisdizione da parte di due esponenti elette dalla maggioranza parlamentare. Che ci racconta del contesto culturale in cui stanno prendendo corpo le proposte di revisione costituzionale della magistratura”.

Il presidente dell’Anm apre quindi il fronte “riforma Nordio” che l’Anm vede come il fumo negli occhi: “Questo non fa che confermare il timore che con la riforma del Csm e l’istituzione dell’Alta Corte risulterà fortemente indebolita l’autonomia e l’indipendenza di giudici e pubblici ministeri”.

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