Crosetto: “La vicenda Toti è da brividi, per tornare libero dovrebbe rinunciare ai suoi diritti”

14 Lug 2024 9:54 - di Carlo Marini
Crosetto Toti

“Non è Toti a tenere in stallo la Liguria, ma chi priva della libertà un innocente, fino a prova contraria e di certo oggi: non lo dice Guido Crosetto, lo dice la Costituzione. Mi sconvolge la gravità di ragionamenti del genere. E mi sconvolge il silenzio intorno a questa storia. In gioco non è la vicenda personale di Toti, ma un principio: quello di non colpevolezza fino al giudizio definitivo”. Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in una lunga intervista al Corriere della Sera.

Crosetto sulla carcerazione preventiva di Toti

“Toti sembra essere rimasto l’ultimo in Italia a difendere la Costituzione e il sistema delle leggi italiane nel complesso. È la Costituzione a prevedere che si è innocenti fino all’ultimo grado di giudizio, o no? Sono le leggi a prevedere la carcerazione preventiva in casi estremi e certo non per comminare punizioni anticipate, o no? Ebbene chi indaga su Toti ha scritto che resta ai domiciliari perché ‘non ha capito di cosa è accusato’. Cioè? Toti si proclama innocente, vuole difendere la sua innocenza e ha diritto di venire giudicato in un processo. Cosa dovrebbe fare per dimostrare di ‘aver capito’ i reati che gli contestano? Rinunciare ai suoi diritti, ammettere la presunta colpa e promettere ‘scusi signora maestra, non lo faccio più?'”, sottolinea. Per l’esponente di FdI, “che Toti si debba dimettere per tornare libero, essendo totalmente incensurato, mi fa venire i brividi perché ho un’idea diversa della democrazia”.

Il ministro della Difesa al Corriere: dal vertice Nato un successo italiano

Fuori dal caso Toti e commentando i risultati del summit della Nato a Washington, Crosetto parla di “una vittoria politica netta ed evidente: l’istituzione del rappresentante speciale per il fianco Sud. Giorgia Meloni, cartina alla mano, ha fatto comprendere che se non vogliamo occuparci dei problemi quando esplodono, ma anticiparli, dobbiamo partire dall’evidente influenza che Russia e Cina già hanno sull’Africa. Ora bisogna identificare una figura autorevole per il ruolo, sarebbe importante che fosse un italiano”.

Sul conflitto in Ucraina, per il ministro della Difesa, “lavorare per la pace è obiettivo di noi tutti. Solo che mentre c’è chi se lo ricorda una volta al mese, per fare titolo quando va di moda, la presidente del Consiglio, Tajani e io questo obiettivo lo perseguiamo ogni giorno. Ma dare l’opportunità all’Ucraina di difendersi non significa non volere la pace. È vero il contrario: significa volere una pace giusta”. Secondo Crosetto “bisogna essere conseguenti: chi dice non mandiamo altre armi sta dicendo anche che non vuole aiutare gli ucraini a difendersi dai missili che cadono su ospedali, scuole, case mietendo vittime inermi, anche bambini, ogni giorno. Sta dicendo che vuole lasciare che quelle bombe cadano. Allora lo dica, completi il ragionamento. Non si persegue la pace – ha concluso il ministro – lasciando semplicemente che una delle parti soccomba”.

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