Da via Stalin al murales per Murgia: la sinistra farebbe meglio a tacere su Berlusconi “divisivo” a Malpensa

13 Lug 2024 15:26 - di Viola Longo
malpensa berlusconi

La sinistra tutta non smette di alimentare il gran polverone intorno all’intitolazione dell’aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi. Dalla Cgil al Pd si annunciano ricorsi e mobilitazioni di piazza pur di non vedere lo scalo intestato al Cav. Il suo nome “è divisivo”, la scelta di ribattezzare così l’aeroporto “è politica” dicono i sinceri democratici, fra i quali Giuseppe Sala ha deciso di rivolgersi direttamente a Marina Berlusconi con una lettera nella quale lamenta esattamente questo e si domanda come sia possibile che a una donna intelligente come lei non sia passato per la testa che forse era meglio aspettare. Epperò, per l’ennesima volta, ci si trova di fronte a una polemica pretestuosa. Intanto perché un’intitolazione è sempre un atto politico e poi perché la toponomastica italiana, e non solo, è piena di nomi ben più “divisivi” – diciamo così – di quello di Berlusconi e non risulta che la sinistra se ne sia mai fatta un cruccio particolare. Anzi.

Il caso del murales per Michela Murgia

Anche se non è un’intitolazione, vale la pena ricordare il murales per Michela Murgia inaugurato giusto ieri a Roma. Certo un palazzone del Municipio V non è l’aeroporto di Malpensa, ma anche Murgia non era Berlusconi. Anche il murales non è stato accolto con unanime giubilo e anche Murgia era una personalità divisiva, ciononostante la sinistra è andata avanti a spada tratta. All’inaugurazione hanno partecipato, tra gli altri, Elly Schlein e Roberto Gualtieri. La deputata di Avs Elisabetta Piccolotti, poi, su X ha scritto che “l’odio della destra per Michela Murgia continua anche dopo la sua morte”. “Fateci pace, Michela rimarrà un simbolo di laicità e tolleranza per tutte e tutti noi”, ha aggiunto. Non servono né commenti né ulteriori paragoni con l’intitolazione al Cav.

Da Stalin a Tito: quella toponomastica ben più che “divisiva”, ma sulla quale la sinistra tace

Se dalla strettissima attualità ci si sposta sulla toponomastica consolidata va decisamente peggio. In Italia troviamo strade intitolate a Stalin, Lenin, Mao, Tito, rispetto al qual vale anche la pena ricordare la battaglia (quasi) campale che si è consumata di recente in Parlamento per la revoca dell’onorificenza di Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica concessa da Saragat. Forse forse ci si potrebbe mettere pure Palmiro Togliatti, ma non sia mai che citarlo come “divisivo” risulti troppo “divisivo”. Comunque, c’è da registrare con favore che, per lo meno, cercando su maps, non si trova alcuna “via Pol Pot”.

Sala pena a Malpensa intitolato a Berlusconi, ma dimentica altri casi milanesi

Quanto ai tempi troppo stretti dell’intitolazione di Malpensa a Berlusconi, anch’essi lamentati da Sala, è poi la memoria di un lettore de La Verità a venire in soccorso. Nell’edizione di oggi Daniele Carozzi scrive a Mario Giordano ricordando che la deroga sui dieci anni dalla morte, proprio a Milano, fu prevista anche per “la signora Gae Aulenti, architetto che realizzò l’obbrobrio di piazza Cadorna e brindò alla notizia che avevano gambizzato Indro Montanelli“, alla quale è stata intestata una piazza centralissima a pochi mesi dalla morte. “Ma si sa – ha commentato il lettore – essendo ella in quota alla radical sinistra, tutto era concesso”. Se è per questo a Milano ci sono anche i giardini Franca Rame, la quale – per chi non lo ricordasse o non lo sapesse – fu molto attiva nell’ambito del soccorso rosso per gli assassini del rogo di Primavalle. Ma vuoi mettere con quel cattivone di B.?

 

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