Disastro Macron, gli elettori lo cacciano, i media lo stroncano: narcisista disconnesso. Foti: un aspirante Re Sole al tramonto

1 Lug 2024 19:04 - di Chiara Volpi
elettori e media su Macron

Elettori e media: tutti contro Macron. E dire che se lo sentiva, ma ha volutamente ignorato il sentore di debàcle che pervadeva l’aria che respirava, è dire poco (e riscontrare l’ovvio). E dire che appena qualche giorno fa aveva detto: «Dopo sette anni, la gente non ha forse voglia di darti un bel calcio nel sedere? Certo che sì. Ed è questo che hanno fatto alle Europee del 9 giugno», dando prova, in una conversazione di quasi due ore nel podcast Génération Do It Yourself di un inatteso barlume di lucidità, che però non sarebbe andato oltre – come noto – quella chiacchierata mediatica, nella quale il presidente ha rivelato molto del momento psicologico che sta attraversando. Oggi, invece, i media d’oltralpe, e non solo, hanno concluso quel ragionamento aperto dall’inquilino dell’Eliseo. Aggiornandolo alla batosta elettorale appena incassata alle urne francesi: e a suon di epiteti assai poco edificanti…

Francia, Macron bocciato dagli elettori alle urne, stroncato dai media di casa

E allora: «Fuori dal mondo», «narcisista», «disconnesso»: i francesi non risparmiano critiche e veemenza nei commenti tributati al loro presidente. «Il rigetto nei confronti del Presidente della Repubblica non è mai stato così alto», afferma tra gli altri Alain Duhamel, giornalista e saggista politico. Un esperto del fenomeno Macron (e dell’odio che è riuscito ad attirare su di sé), che l’autore aveva già dottamente analizzato in Prince Balafré-Emmanuel Macron et les Gaulois (très) réfractaires, pubblicato nel settembre 2023 (Edition de l’Observatoire).

L’analista politico: «Un narcisista disconnesso e fuori dal mondo»

Un disincanto montato negli anni della sua presidenza, e assurto al rango di vero e proprio risentimento nei confronti del presidente, che si è riversato prima nel pessimo risultato ottenuto dalla lista del partito Renaissance macroniano alle elezioni europee: 14,6 per cento dei voti, dietro alla destra, che ha ottenuto quasi il 40% dei voti, di cui il 31% per il Rassemblement National (Rn). E oggi, più che mai, con il primo verdetto delle urne, scaturito da quella che molti analisti hanno letto come «una reazione di orgoglio, una lezione data al popolo perché ha votato male» e che è finita per ritorcersi come un boomerang contro lo stesso presidente che la voleva impartire agli elettori.

Francia, elettori e media contro Macron: «È isolato, ha perso la sua scommessa»

Una sonora bocciatura che la stampa francese non ha mancato di rimarcare a suon di titoli ed epiteti tutt’altro che lusinghieri. «Un disastro», «ha perso una scommessa», è «isolato». Per non dire accerchiato, decaduto, delegittimato dal basso e dall’alto. Il presidente francese auspicava un «chiarimento», ironizzano quasi tutti oggi dalle colonne delle prime pagine: e alla richiesta gli elettori hanno sottolineato a chiare lettere la risposta, arrivata al primo turno delle elezioni legislative che hanno visto ampiamente in testa il Rassemblement National (Rn) che è alle «porte del potere». E questo rappresenta una “tragedia” per Macron, scrive la Voix du Nord. Perché con lo scioglimento a sorpresa dell’Assemblea nazionale annunciato subito dopo le elezioni europee, Macron «ha fatto una scommessa. L’ha persa. E quel che è peggio, è che è un disastro per il suo campo», aggiunge senza lesinare nulla la Voix du Nord.

«Gli è stata inflitta un’ulteriore tortura in isolamento»

«Quando gli storici guarderanno indietro allo scioglimento dell’Assemblea nazionale, avranno solo una parola da usare: disastro! Non potevamo immaginarlo più completo», aggiunge Le Figaro. Stessa osservazione su La Montagne. «È chiaro che Emmanuel Macron ha perso la sua scommessa, lanciata nella solitudine di una domenica sera», scrive il giornale. Su Liberation si accusa Macron di aver «preteso di incarnare l’unica alternativa al caos», pretesa alla quale «i francesi hanno risposto ritenendolo responsabile del caos». Il risultato è che Macron «è sempre più isolato»: gli è stata inflitta «un’ulteriore tortura in isolamento».

Il de profundis di Foti al presidente francese

E i toni apocalittici del presidente, seguiti dalla chiamata alle armi per sbarrare il passo all’avanzata della destra, legittima trionfatrice di queste ultime tornate elettorali transalpine da Parigi, a Roma, passando per Bruxelles, non aiutano ad attenuare sberleffo e riflessioni che non cambiano di tenore. E allora, per esempio, anche da noi il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, affidando a una nota commenti e osservazioni su quanto accaduto ieri e oggi in Francia, ha rilevato: «Dalle urne francesi esce chiara e sonora la bocciatura per Emmanuel Macron, ancora più evidente se si considera l’affluenza record degli elettori. Il massiccio consenso espresso dagli elettori ai candidati del Rassemblement National e ai suoi alleati costituisce la migliore prova della volontà di cambiamento politico che i francesi intendono imprimere alla loro Nazione».

«Appello alle sinistre per un “fronte del no?” In ogni caso è relegato al ruolo di perdente»

E ancora. «L’incremento dei voti a destra, anche rispetto alle recenti elezioni europee, va anche letto come una sonora bocciatura delle scelte che, con arroganza, si stanno facendo in Europa, ignorando la netta inversione di tendenza rispetto a politiche confuse e dannose espresse dagli elettori europei nelle scorse settimane. D’altra parte – aggiunge Foti – appare del tutto contraddittorio con il ruolo politico che sino ad oggi ha ricoperto l’appello lanciato da Macron alle sinistre, anche a quelle più estreme, di dare vita ad un “fronte del no” per cercare di sovvertire al secondo turno un risultato che, in ogni caso, lo vedrebbe relegato al ruolo di perdente».

«Un aspirante Re Sole avviato sul viale del tramonto…»

Non solo. Perché come sottolinea in conclusione Foti, «perdere le elezioni è sempre meno grave che perdere la coerenza politica. Poiché Macron per primo dovrebbe sapere bene che il “fronte del no” cui tenta di dare vita non potrà mai governare la Francia, diviso come è su tutto, dall’economia alla sicurezza. Da aspirante Re Sole, Macron si appresta in ogni caso ad imboccare il viale del tramonto: sia che vinca l’alleanza di destra, sia che vinca quel fronte del no in cui a farla da padrone saranno le sinistre, non sarà più l’incontrastato dominus della politica francese».

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