Emilia Romagna, il centrodestra sceglie Elena Ugolini: “Cambiare dopo 54 anni di sinistra”

25 Lug 2024 15:57 - di Paolo Cortese
Emilia

Sarà Elena Ugolini, espressione di una lista civica, la candidata unitaria del centrodestra per le elezioni regionali in Emilia Romagna che si svolgeranno a novembre, dopo le dimissioni anticipate di Stefano Bonaccini, eletto parlamentare europeo. Una designazione all’unanimità che punta a dare alla Regione un ricambio politico mai avvenuto, visto che dal 1970 in Emilia ha sempre e solo governato la sinistra.

“Una faccia nuova per l’Emilia”

“Dobbiamo andare oltre gli steccati ideologici per dare una nuova prospettiva a una regione, l’Emilia Romagna, che da cinquant’anni vede al potere le stesse facce e lo stesso apparato. Elena Ugolini è la persona giusta per andare, appunto, oltre, e liberare le migliori energie del nostro territorio, ponendo al centro la persona, senza guardare l’appartenenza a un certo partito o sistema”, dicono Michele Barcaiuolo (FdI), Jacopo Morrone e Matteo Rancan (Lega), Rosaria Tassinari e Valentina Castaldini (Forza Italia), Francesco Coppi (Noi Moderati) e Riccardo Bizzarri (Udc) in una nota congiunta.

“Pronta a raccogliere la sfida”

“Apprezzo e sono grata per il sincero e convinto supporto che il centrodestra mi sta dimostrando. Sono una civica che ha lanciato una sfida che a tanti sembra impossibile, ma, credetemi, non è così”. E’ quanto afferma Elena Ugolini. “Dobbiamo parlare al cuore delle persone -continua la Ugolini- rimettendole al centro dell’agire politico e dell’attenzione della nostra Regione. Non dobbiamo accontentarci: ci sono richieste e bisogni che sto ascoltando in queste settimane che mi confermano ciò che già lo sapevo: l’Emilia Romagna – conclude la candidata del centrodestra – ha bisogno di una svolta”.

Al voto il 17 e 18 novembre grazie a Bonaccini

Si voterà il 17 e il 18 novembre prossimi dopo le dimissioni di Stefano Bonaccini, eletto nelle fila del Pd a Strasburgo, che ha lasciato anticipatamente il timone della Regione anche perché non era più candidabile dopo i due mandati svolti. Una regione così importante dovrà vivere mesi di ordinaria amministrazione per le ambizioni personali (soddisfatte dal Partito democratico) del vecchio presidente.

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