Fisco, il governo mantiene le promesse: sgravi fino a 5700 euro per i genitori che lavorano
Occupazione femminile e sgravi fiscali: il governo mantiene la rotta iniziale e dopo quasi due anni i risultati si vedono. Fin dal suo insediamento tra le priorità del nuovo esecutivo figuravano l’occupazione femminile e il sostegno alle giovani mamme costrette finora a dover scegliere tra lavoro e maternità.
Fisco, sgravi fiscali per i genitori lavoratori
Le nuove misure messe in campo favoriscono le madri lavoratrici, diminuiscono le tasse e fanno risparmiare le famiglie italiane. Si tratta di interventi – strutturali e temporanei – che agiscono sia dal lato economico sia della conciliazione dei tempi casa-lavoro. Si va dall’incremento del 50% dell’assegno unico per i figli nel primo anno di vita o per famiglie numerose, all’aumento del bonus nido Inps per famiglie con due figli. Dall’incremento dell’indennità per due mesi di congedo parentale (passa dal 30 al 80%, ndr) fino all’azzeramento dei contributi a carico delle mamme lavoratrici dipendenti con almeno due figli (contributi a carico che sono pari al 9,19% della retribuzione lorda).
In busta paga fino a 5700 euro netti in più
Quanto valgono queste misure in busta paga? Sommati tutti insieme gli interventi – come rileva Libero – possono arrivare a valere per una lavoratrice dipendente con due figli (il più grande under 10 e il secondo nato nel 2024) e un reddito lordo annuo di 23mila euro ben 5.700 euro netti. L’azzeramento dei contributi previdenziali, ad esempio, porta a un beneficio lordo annuo di 2.114 euro, cui vanno sommati altri 602 euro che arrivano della detassazione dei fringe benefit e +398 euro dalla detassazione dei premi produzione. C’è poi l’effetto Irpef che, al netto del vantaggio legato all’accorpamento dei primi due scaglioni d’imposta, mostra maggiori imposte per 485 euro: è l’effetto legato all’aumento della base imponibile.
Al primo posto le donne lavoratrici per poter conciliare i tempi
Donne a parte, il governo ha previsto benefici pure per i lavoratori dipendenti. Prendiamo il caso di un operaio con figli a carico che nel 2024 può contare su un reddito lordo annuo di 24mila euro, su 2mila euro di fringe benefit e un premio produzione di 3mila euro. Pesiamo le misure partendo dalla quella più nota, il taglio del cuneo fiscale. E consideriamo la riduzione dei contributi a carico dei lavoratori dipendenti di 7 punti percentuali per redditi fino a 25mila euro e di 6 punti per redditi tra i 25 e i 35mila euro. Una riduzione che porta un vantaggio lordo in busta paga di 1.680 euro l’anno.
Dalle mancette del passato ai numeri di oggi
In più serve aggiungere il vantaggio di circa 600 euro legato alla norma che fa crescere la soglia di detassazione dei fringe benefit da 258 a 2mila euro per i lavoratori dipendenti con figli a carico (a mille per gli altri) e del dimezzamento dell’aliquota d’imposta sui premi di produttività fino a 3mila euro, che vale altri 335 euro. Il totale è di tutto rispetto: circa 2.300 euro netti in più quest’anno rispetto a prima che il governo Meloni si insediasse.