Francia, domani è il 235° anniversario della Presa della Bastiglia e Macron sembra Luigi XVI

13 Lug 2024 15:06 - di Giulio Fioretti
Francia

La Francia festeggia domani i 235 anni della Presa della Bastiglia che sconfisse l’ancien regime e fu il culmine dell’azione rivoluzionaria. Ma è una festa che arriva nel momento peggiore per Emanuel Macron, chiamato in settimana a dare l’incarico di governo con una coalizione sgangherata, inesistente e agitata dallo spettro di una sinistra che chiede di guidare l’esecutivo e minaccia, attraverso i sindacati più forti, di paralizzare il Paese proprio alla vigilia delle Olimpiadi che inizieranno a Parigi il 26 luglio.

La Francia identitaria che Macron non governa più

La Francia ha sempre conservato l’identità della Rivoluzione come spirito di corporativismo nazionale, a tratti sciovinista ma contrassegnato da fierezza e partecipazione popolare. Elementi che non sembrano essere persi tra la gente, che ha votato in massa alle elezioni, ma dal potere centrale. Il voto dato al Rassemblement National rappresenta oltre un terzo ma è stato ovviamente vanificato dalle desistenze del secondo turno. Macron è riuscito a fermare il Rn ma si trova oggi una maggioranza che non sarebbe d’accordo nemmeno sull’uso dell’ora legale tanto è diversa. Da un lato i moderati di Ensemble e repubblicani, dall’altro il Fronte Popolare che non è guidato da un riformista ma da un estremista come Melènchon, che esprime sentimenti antisemiti e vorrebbe prendere, “i ricchi per il collo”. Un incubo per monsieur Macron che ha ancora quasi tre anni di permanenza all’Eliseo e che, secondo la Costituzione, non potrà comunque sciogliere le Camere prima di un anno.

Le analogie con Luigi XVI

Macron e il Re deposto e ghigliottinato nel 1793 hanno qualcosa in comune, pur in contesti del tutto diversi. Luigi XVI non accettava la Costituzione ritenendo la sua funzione espressione di diritto divino; Macron ha dimostrato scarsa autocritica e anche poca visione politica pensando che il cordone sanitario contro Bardella potesse risolvere ogni problema e sottovalutando l’ascesa del radicalismo di sinistra.

Il rischio paralisi in vista dei Giochi

La Francia corre il rischio di mostrarsi al mondo, dal 26 luglio all’11 agosto, quando si svolgeranno le Olimpiadi e tutta l’attenzione mediatica sarà su Parigi, come un Paese incerto. La forza dei sindacati rossi (soprattutto i ferrovieri) potrebbe causare gravi problemi all’organizzazione. Il presidente della Repubblica sa che qualsiasi decisione prenda ci saranno degli scontenti e ci sarà una difficile coabitazione. Un governo precario non reggerebbe e forse, il novello monarca, a quel punto dovrà prendere in considerazione l’idea di anticipare il trasloco dall’Eliseo .Le jour de gloire est arrivé?

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