Il funerale di Alex Marangon come una festa: musica, fumogeni e tanti colori. E parla il legale dei colombiani

13 Lug 2024 17:09 - di Natalia Delfino
funerale alex marangon

La musica che amava, il suono del tamburo melodico in metallo, i fumogeni accesi dagli amici. Il funerale di Alex Marangon è stato simile a una festa. La cerimonia si è svolta a Macron, il centro del Veneziano in cui viveva il 25enne barman morto dopo un rito sciamanico in circostanze ancora tutte da chiarire.

Il funerale di Alex Marangon come una festa

Parenti e amici si sono ritrovati in una chiesa gremita di persone e colori, che anche nell’abbigliamento hanno preso il sopravvento sul nero. È così che “avrebbe voluto Alex”, hanno detto i genitori, che insieme alla sorella del 25enne hanno ricevuto il sostegno di tanti giovani. Fuori dalla chiesa campeggiava lo striscione “Verità per Alex”.

Il legale dei due colombiani racconta la loro versione

Oggi, dopo 12 giorni in cui si erano resi irreperibili, Johnni Benavides e Sebastian Castillos, i due colombiani presenti al ritiro di appassionati di sciamanesimo tradizionale nell’Abbazia di Santa Bona di Vidor, si sono fatti presenti attraverso il loro avvocato, lo spagnolo spagnolo Òscar Palet Santandreu, per dare la loro versione di ciò che è accaduto la notte del 29 giugno, quando Alex Marangon è scomparso per poi essere trovato morto nel Piave il 2 luglio. Secondo quanto riportato da Repubblica, per i due colombiani Alex sarebbe morto in seguito a una caduta dopo aver lasciato in fretta la cappella dove si svolgeva la cerimonia di medicina amazzonica ed essersi perso nel bosco.

L’avvocato non rivela dove si trovano

“Nessuno lo ha visto cadere, ma tutti hanno sentito un tonfo e un grido secco”, ha detto il difensore, che non ha voluto dire dove si trovino ora i suoi assistiti. “Per prudenza preferiscono rimanere in un luogo in cui si sentono protetti”. I due colombiani sostengono che “durante la cerimonia Alex era nervoso e agitato e, all’improvviso, è andato fuori dalla cappella, vicino al braciere”. Benavides sostiene di averlo raggiunto “per chiedergli come si sentiva, ma non capiva che cosa Alex stesse dicendo. Per questo è rientrato a cercare il traduttore. Questione di attimi, quando sono tornati Alex è scappato nel bosco di corsa. Dopo poco tutti hanno sentito un tonfo e un grido secco”. Alla domanda su cosa abbiano fatto a questo punto, il legale ha replicato che “era buio, non si vedeva nulla, sembrava corresse verso la terrazza… Sono andati tutti a cercarlo guidati da Alexandra Da Sacco (moglie di Giulio Da Sacco, proprietario dell’Abbazia) che conosce ogni angolo del luogo”.

A che punto sono le indagini

Ieri i carabinieri e i vigili del fuoco di Treviso hanno svolto un ulteriore sopralluogo all’abbazia di Vidor, concentrandosi sulla terrazza e la scarpata boschiva sottostante per verificare le possibili traiettorie che una sua caduta da quel punto, volontaria o meno, avrebbe potuto disegnare prima di finire nel Piave che vi scorre sotto. Inoltre, è stato setacciato il fitto bosco sottostante il belvedere alla ricerca di tracce di sangue e di rami spezzati ma senza alcun apprezzabile esito. A questo punto dirimenti diventano gli esiti degli esami tossicologici svolti sul corpo del giovane per i cui risultati si dovranno però attendere ancora diverse settimane. Il fascicolo in Procura a Treviso rimane aperto per omicidio ma senza ancora alcun indagato.

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