Kamala Harris: “Joe senza eguali”. Sì, ma nei disastri: una carrellata dei fallimenti di Biden
Ora che si è fatto da parte, Joe Biden raccoglie lodi che trovano la loro sintesi nell’inno social levato dalla sua erede designata, Kamala Harris. “È stato uno dei più grandi onori della mia vita servire come vicepresidente Joe Biden. L’eredità di risultati di Joe non ha eguali nella storia moderna”, ha scritto su X la vicepresidente e sempre probabile candidata a sostituire il presidente uscente nella corsa alla Casa Bianca contro Donald Trump. In questo peana non c’è solo il dovuto omaggio al leader che si ritira. C’è anche la necessità di nobilitare il più possibile il mandato di Joe Biden, nel quale Kamala Harris, in qualità di vicepresidente, è stata pienamente coinvolta. E rispetto al quale è bene cancellare le molte ombre dalla memoria degli elettori.
Le falle della politica estera, a partire dalla disastrosa ritirata dall’Afghanistan
Sia sul piano estero sia su quello interno, infatti, la presidenza Biden è lungi dall’essere ricordata come la migliore della storia. A partire dalla disastrosa ritirata dall’Afghanistan, decretata nell’agosto del 2021 ad appena sei mesi dall’elezione. Venendo a tempi più recenti, Biden, nonostante l’indubbio impegno profuso, non è riuscito a incidere in maniera sostanziale né sulle mire belliche di Putin in Ucraina né sulla drammatica situazione in Medio Oriente. E, proprio in queste ore in cui Netanyahu arriva a Washington, il quotidiano israeliano Haaretz lamenta che Biden ha infilato il premier israeliano in una “trappola politica”, facendolo trovare spiazzato rispetto alla suo ritiro e nella necessità di riposizionarsi. Oltre che, di fatto, oscurandone la visita considerata cruciale e preparata a lungo e meticolosamente. Entrambi i conflitti hanno per altro procurato a Biden più di un grattacapo a livello interno, dal lunghissimo stallo sui fondi per gli aiuti a Kiev alle tensioni sociali esplose anche in America intorno al conflitto tra Israele e Hamas.
L’inflazione galoppante che ha vanificato i risultati economici
Gli è andata un po’ meglio sul fronte delle politiche del lavoro, che effettivamente hanno prodotto una crescita di occupati. Non essendo riuscito, però, a riportare l’inflazione a livelli ritenuti sostenibili, il presidente “senza eguali” si è trovato comunque per le mani una crisi economica che ha visto gli effetti della sua cura pressoché vanificati dal costo del denaro e molti lavoratori impoveriti e insoddisfatti.
Il disastro immigrazione (e lo scivolone di Kamala Harris)
A chiudere questa breve carrellata dei fallimenti di Biden, c’è poi il capitolo immigrazione. Un tasto dolentissimo per la stessa Kamala Harris. Figlia di due immigrati e volto dell’America multietnica, nel giugno 2021, nel suo primo viaggio all’estero, in Guatemala, si rivolse ai migranti del Paese e a quelli del Messico invitandoli a non spostarsi. “Non venite negli Stati Uniti, perché saranno respinti”, disse, provocando un certo malcontento nell’ala più liberal dei dem. Non pare comunque sia andata benissimo: gli Usa registrano una media di 2mila persone al giorno che pressano il confine sud, nel 2023 hanno avuto 2,4 milioni di ingressi dal Messico e richieste di asilo arrivate a 6 milioni, il 167% in più rispetto a cinque anni prima, secondo Axios.