“La madre dei fascisti è sempre in Cina”: l’attacco (poi rimosso) del giornalista Rai. E la sinistra tace

30 Lug 2024 15:48 - di Stefania Campitelli

Un insulto gratuito e di pessimo gusto. Ancora una volta la premier Giorgia Meloni è vittima, insieme alla piccola Ginevra, di un attacco via social. Questo volta, però, il protagonista è un blasonato autore Rai, fresco di contratto milionario al timone della trasmissione Affari Tuoi del dopo Amadeus. Parliamo di Riccardo Cassini, giornalista di lungo corso non un hater qualsiasi. Pensando di suscitare ironia, scrive su Instagram commentando la foto dell’arrivo a Pechino della premier con la figlia: “La Mamma dei fascisti è sempre in Cina”.

L’uscita infelice dell’autore Rai Cassini contro Meloni

Un’uscita a dir poco infelice (il post è stato poi rimosso). Il commento ha avuto vista breve sulla rete ma la performance non è passata inosservata. Tra i primi a denunciare il fattaccio Fabio Rampelli. “La Rai è talmente blindata dalla destra che l’autore Riccardo Cassini, pagato da tutti i cittadini, ha la facoltà di insultare il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la figlia dalla sua bacheca Facebook con la didascalia: ‘La mamma dei fascisti è sempre in Cina”.

Rampelli: libero di insultare con i soldi dei cittadini?

Il vicepresidente della Camera poi puntualizza: “Fermo restando che ognuno è libero di pensare come vuole, se sei un autore della tv di Stato e conosci le regole del servizio pubblico, dovresti evitare certe espressioni. Altrimenti viene meno la obbligatoria garanzia della neutralità. Forse – conclude Rampelli – uno svecchiamento autoriale sarebbe più che mai utile, anzi indispensabile, visto che cambiano governi, maggioranze e governance della Rai, ma la musica resta sempre la stessa. Pessimo stile animato da pedestre pregiudizio ideologico!”.

Gasparri: pessima caduta di stile

Non è meno duro Maurizio Gasparri che parla di “‘pessima caduta di stile”. “Trascinare anche i bambini in quella che, venendo da sinistra, evidentemente sarà definita legittima ironia, ci pare una pessima caduta di stile. Pertanto se sei di sinistra puoi prendertela con la mamma, con i bambini e dire quello che ti pare. Se a ruoli invertiti fosse stata fatta la stessa cosa nei confronti di una donna della sinistra saremmo già allo sciopero generale e alla ‘insurrezione’ contro la televisione occupata dal centrodestra. Che pena”. “Che squallore – aggiunge il presidente dei senatori di Forza Italia – questi pagatissimi autori Rai, sempre intenti a denigrare, seminare odio e ad aggredire anche i bambini. Non conosco né questo Riccardo Cassini, né tale Stefano De Martino. Ma so cosa penso di loro”.

Mieli: si è oltrepassato il limite, la sinistra prenda le distanze

Per Ester Mieli di FdI, membro della Vigilanza Rai,  si è oltrepassato il limite. “Il post di tale Riccardo Cassini, tra gli autori del programma ‘Affari tuoi’, è vergognoso oltre misura contro il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la sua piccola Ginevra. È inaudita tale violenza verbale anche nei riguardi di una bambina che non merita tutto questo. Ci auguriamo che la sinistra prenda le dovute distanze da queste parole”. Per Raffaele Speranzon, FdI, Vigilanza Rai, siamo di fronte a una violenza gratuita. “Una battuta che non fa ridere considerando la presenza di Ginevra, figlia della premier, che certamente non merita tale brutalità. La deriva ideologica di alcuni autori e giornalisti del servizio pubblico va fermata perché pericolosa”.

Rauti: un linguaggio d’odio inaccettabile

“Non è accettabile questo linguaggio d’odio e tutta la classe politica dovrebbe condannare queste affermazioni livorose che non possono appartenere a nessun dibattito politico”, così il sottosegretario alla Difesa, Isabella Rauti. “La prima donna Premier della storia della Repubblica e anche mamma non è solo un primato politico ma è anche un simbolo di piena parità e umanità che tutti dovrebbero apprezzare o almeno rispettare”. Il vicecapogruppo di FdI a Montecitorio, Alfredo Antoniozzi, provoca: “Il giornalista Rai che ha attaccato il presidente Meloni dovrebbe chiedere di entrare nell’oligarchia di Kim Jong a Pyongyang: perché solo in quei posti il livello di critica riguarda gli aspetti personali e coinvolge una bambina che ha il diritto di essere tutelata come tutti i bambini del mondo”.

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