La “mission” di Meloni al vertice Nato: unità al fianco dell’Ucraina dopo la strage di bambini

9 Lug 2024 18:55 - di Lucio Meo

“Le mie aspettative sul vertice sono che la Nato mandi un messaggio di unità e un messaggio sulla capacità di adattarsi a mondo che sta cambiando. L’Italia porta l’attenzione necessaria sul fronte Sud e credo sia una dimostrazione di come l’Alleanza sappia immaginare il suo ruolo in un sistema complesso. Chiaramente verrà confermato il sostegno all’Ucraina, che sicuramente non mancherà. Sono soddisfatta dal lavoro fatto finora”: parole categoriche, di fiducia ma anche di fermezza quelle pronunciate dalla premier Giorgia Meloni appena messo piede a Washington per il summit dei Paesi dell’Alleanza Atlantica, nel giorno della strage russa di bambini ucraini a Kiev. Immagini che sono state al centro della prima giornata di colloqui tra i membri Nato, immagini horror che hanno provocato l’indignazione anche della premier italiana, che ha stigmatizzato la barbarie del bombardamento all’ospedale oncologico appena messo piede in terra americana.

Il vertice Nato e le parole della Meloni sulla strage di Kiev

“Le immagini di bambini malati oncologici per strada a seguito del bombardamento dell’ospedale pediatrico a Kiev sono spaventose e penso che offrano una dimensione della reale volontà rispetto a una certa propaganda russa di cercare una soluzione pacifica. Quando si aggredisce la popolazione civile con questa veemenza e ci si accanisce su bambini decisamente i segnali che arrivano sono altri”, ha detto la Meloni, preannunciando una discussione sugli aiuti e il sostegno sempre maggiore alla causa ucraina.

Biden: “Un summit storico”

La strage di Kiev “è una provocazione cui dare una risposta”, fanno sapere i vertici Nato. Il summit è stato convocato in un primo momento per festeggiare i 75 anni dell’Alleanza, per ratificare la nomina dell’olandese Mark Rutte alla segreteria generale dopo Jens Stoltenberg e per confermare i 40 miliardi annui di aiuti all’Ucraina. Ma da oggi si parla anche di difesa e armi.

“Oggi inizia un summit storico che segna il 75esimo anniversario della fondazione della Nato”, ha scritto su ‘X’ il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aggiungendo che ”più tardi questa sera non vedo l’ora di ospitare i nostri 31 alleati della Nato nella capitale della nostra nazione per commemorare la più forte alleanza difensiva della storia.

L’Ucraina al centro dei colloqui

Anche solo azioni dirette in vista dell’ammissione futura dell’Ucraina alla Nato, come un calendario per l’adesione, rimangono dunque tema di discussione fra i diversi Paesi alleati, sottolinea il Washington Post, precisando che, a oggi, non è stato ancora definito il comunicato del vertice di Washington e il piano di rendere gli impegni in sostegno di Kiev “a prova di Trump” è rimasto lettera morta.

L’ultima proposta, in ordine di tempo, parla di un percorso “irreversibile” dell’Ucraina verso la Nato, ma include riferimenti alla necessità, da parte di Kiev, di operare contro la corruzione e per il buon governo, ed è il frutto di un accordo fra il capo di gabinetto di Zelensky Andriy Yerkmak, e il Consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan.

Anche solo l’inclusione del termine “irreversibile” nella bozza di comunicato è stato oggetto di dibattito, con Joe Biden che aveva più volte espresso parere contrario. Per il Presidente americano il wording ‘Bridge to Nato” sarebbe stato sufficiente. I suoi consiglieri, primo fra tutti Sullivan, sono poi riusciti a convincerlo, a patto di aggiungere i riferimenti ai progressi necessari sul fronte della politica interna. “L’Ucraina non è un Paese balcanico piccolo e giovane. Stiamo parlando di un Paese immenso e con un impatto riconoscibile”, ha commentato una fonte americana.

L’approccio di Biden è sostenuto dalla Germania e da alcuni Paesi dell’Europa meridionale e Occidentale. Ma ha provocato frustrazione in altri, fra cui la Francia e Paesi dell’Europa orientale, convinti che le condizioni rischiano di far passare il messaggio che l’Alleanza preferirebbe fare a meno dell’Ucraina. La vera ragione dell’incertezza rimane tuttavia la modalità di garantire la sicurezza di un Paese in guerra con la Russia.

Intanto, la prima notizia sul fronte bellico è che Germania, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Polonia e Svezia acquisteranno insieme altre mine marittime come deterrente per la Russia. Le mine navali “sono un modo molto efficace di esercitare deterrenza contro un aggressore in mare e rappresentano una capacità estremamente importante per fare fronte all’aggressione russa”, ha dichiarato il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, dopo aver firmato una dichiarazione congiunta, prima dell’inizio del vertice Nato di Washington con i Paesi interessati.

Giordano (FdI): “L’Italia è centrale nel vertice Nato”

“Dopo il successo del G7 in Puglia, Giorgia Meloni si presenta al vertice Nato come leader di uno dei governi piu’ stabili in Europa. Per Fratelli d’Italia, è un grande orgoglio e una conferma del ruolo centrale dell’Italia nel mondo. Sotto la sua guida, il paese ha affrontato con successo le complessita’ geopolitiche grazie a una politica estera coerente e proattiva”. Così, in una nota, Antonio Giordano, deputato di Fratelli d’Italia e segretario generale di Ecr. “La stabilità del governo Meloni – prosegue – rafforza la posizione dell’Italia rispetto ad altri paesi europei in crisi politica, permettendo di affrontare efficacemente le sfide globali. Il vertice Nato rappresenta un’occasione cruciale per dimostrare l’impegno italiano nella sicurezza collettiva. La partecipazione del presidente Meloni rafforza la posizione italiana nell’alleanza, promuovendo cooperazione e solidarietà. L’Italia ha sempre giocato un ruolo fondamentale nella Nato, contribuendo alle missioni di pace e sicurezza. Il crescente ruolo dell’Italia nel contesto internazionale e’ il frutto di una strategia di diplomazia attiva e cooperazione. Giorgia Meloni ha rafforzato alleanze storiche e costruito nuovi ponti con nazioni emergenti, ponendo l’accento su sicurezza energetica, lotta al cambiamento climatico e gestione delle migrazioni. L’Italia – conclude Giordano – si afferma finalmente come attore chiave nelle decisioni internazionali“.

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