La vendetta di Israele dopo la strage del Golan: raid su Beirut, ucciso il numero due di Hezbollah

30 Lug 2024 20:10 - di Alessandra Danieli

Era nell’aria da sabato, Israele aveva promesso una risposta durissima dopo l’attacco di Hezbollah a un campo di calcio nelle pianure del Golan che ha fatto dodici vittime. Oggi la vendetta. Israele “ha condotto un raid aereo sulla periferia meridionale di Beirut”. Lo riferiscono fonti dell’Idf. Un attacco mirato contro il comandante di Hezbollah  ritenuto “responsabile dell’omicidio dei bambini a Majdal Shams e dell’uccisione di numerosi altri civili israeliani”. Così il portavoce militare di Israele secondo cui “al momento non ci sono cambiamenti nelle linee guida difensive dell’Home Front Command. Se verranno apportate modifiche, verrà rilasciato un aggiornamento”.

Raid israeliano su Beirut, ucciso il numero 2 di Hezbollah

L’alto dirigente di Hezbollah ucciso nell’attacco a Beirut è Fouad Sukar, considerato il numero due dell’organizzazione guidata da Hassan Nasrallah. Lo riferiscono i media israeliani. Conosciuto anche come Hajj Mohsin, è di fatto il capo di Stato maggiore di Hezbollah, riferisce Channel 12, parlando dell’esponente del movimento sciita libanese obiettivo dell’attacco Media vicini a Hezbollah, ripresi dai siti israeliani, hanno confermato che un comandante delle milizie sciite è stato eliminato nell’attacco israeliano. È anche ricercato dagli Stati Uniti per il suo ruolo nel bombardamento del 1983 della caserma dei marines americani a Beirut.

Gli Usa: no a escalation totale

“Continuiamo a credere che la diplomazia sia ancora la strada migliore”, ha detto il vice portavoce del dipartimento di Stato Usa Vedant Patel in un briefing con la stampa. “Il nostro sostegno a Israele è incrollabile, ma non vogliamo un’escalation”, ha aggiunto. Nel pomeriggio Hezbollah aveva  rivendicato l’attacco che ha ucciso un civile israeliano nel kibbutz Ha Goshrim, affermando di aver lanciato decine di razzi contro una vicina base militare. “Hezbollah ha oltrepassato la linea rossa”, così il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant pochi minuti dopo l’attacco dell’Idf a Beirut.

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