L’addio di Sunak, affossato anche dall’astensione: “Mia responsabilità”. Il grazie di Meloni

5 Lug 2024 13:42 - di Sveva Ferri
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Come aveva annunciato che avrebbe fatto alla vigilia del voto, Rishi Sunak si è assunto la responsabilità della sconfitta. E, dopo aver tenuto il discorso di congedo da Downing street, si è subito recato a Buckingham Palace per in contrare re Carlo III e rassegnare le dimissioni da primo ministro britannico. Si dimetterà anche da leader dei Tory, “ma – ha chiarito – non immediatamente”. A Sunak è arrivato un saluto da parte di Giorgia Meloni: “Ringrazio il mio amico Rishi Sunak per questi anni di intensa collaborazione e di sincera amicizia che hanno rafforzato i legami tra le nostre due Nazioni”, ha scritto su X la presidente del Consiglio, che ha anche rivolto le sue congratulazioni al nuovo primo ministro laburista Keir Starmer, “per la sua affermazione elettorale”. “Lo stato dei rapporti tra Italia e Regno Unito è eccellente e sono certa – ha sottolineato Meloni – che continueremo a coltivare un rapporto di collaborazione forte e affidabile tra le nostre grandi Nazioni, nell’interesse dei nostri cittadini e in linea con gli obiettivi strategici comuni”.

Rishi Sunak si è dimesso: “Mi assumo la responsabilità dell’esito del voto”

Accompagnato dalla moglie Akshata Murthy, Sunak si è mostrato sorridente al suo arrivo alla residenza reale, scherzando anche con  l’alto funzionario di Palazzo che lo ha accolto. Un approccio molto britannico per un ormai ex primo ministro che nel suo ultimo discorso a Downing street non ha nascosto tutto il proprio dispiacere per l’esito del voto.  “Vorrei dire come prima cosa e soprattutto che mi dispiace”, ha affermato il leader dei Tory, che in mattinata si è recato anche al quartier generale della campagna dei conservatori per dire “un grazie molto grande” allo staff del partito.

L’ex premier agli elettori: “Ho ascoltato la vostra rabbia, il vostro parere è l’unico che conta”

“Ho dato tutto a questo lavoro, ma avete inviato un segnale chiaro che il governo in Gran Bretagna deve cambiare e il vostro è l’unico parere che conta. Ho ascoltato la vostra rabbia, la vostra delusione, e mi ha assumo la responsabilità per la sconfitta”, ha detto Sunak, rivolgendosi agli elettori britannici, dicendosi comunque “orgoglioso dei risultati raggiunti”. “Lascio un Paese più solido e prospero di venti mesi fa. Lascio questo lavoro e sono onorato di essere stato il vostro primo ministro”, ha proseguito, ringraziando i cittadini che sono “la vera fonte dei nostri successi e della nostra ricchezza”.

Il fair play verso Starmer: “Un uomo rispettabile e dotato di spirito pubblico”

Un fair play rivolto a Keir Starmer, che “sebbene sia stato il mio avversario politico, diventerà presto il nostro primo ministro. In questo lavoro, i suoi successi saranno tutti i nostri successi e auguro ogni bene a lui e alla sua famiglia. Qualunque siano i nostri disaccordi in questa campagna, è un uomo rispettabile e dotato di spirito pubblico. Lui e la sua famiglia meritano la massima comprensione mentre compiono l’enorme transizione verso le loro nuove vite dietro questa porta. E mentre è alle prese con questo lavoro impegnativo in un mondo sempre più instabile”.

La sconfitta dei Tory: fuori anche 14 ministri

Sunak quindi ha chiarito che “mi addolora pensare a quanti bravi colleghi che hanno contribuito così tanto alle loro comunità e al nostro Paese non siederanno più alla Camera dei Comuni. Li ringrazio per il loro duro lavoro e il loro servizio. Ho sentito la vostra rabbia, la vostra delusione. E mi assumo la responsabilità di questa sconfitta”. Secondo gli ultimi conteggi, i conservatori britannici avrebbero perso 250 seggi, chiudendo a 116 su 650 (i laburisti ne hanno ottenuti 412) e subendo la peggiore sconfitta dal 1832. Fra i molti non rieletti, secondo quanto riferito dalla Bbc, vi sarebbero anche 14 ministri del governo Sunak, dal ministro della Difesa Grant Shapps, alla ministra dell’Istruzione Gillian Keegan, fino al ministro per la Scozia Alistair Jack e alla leader della Camera dei comuni, Penny Mordaunt. Anche l’ex premier Liz Truss, secondo quanto emerso, avrebbe perso il suo seggio.

Il peso dell’astensionismo sul voto: i Labour vincono con mezzo milione di voti in meno

Di contro i laburisti si avvicinano al record storico dei 418 seggi conquistati da Tony Blair nel 1997. Se però si fa un’analisi più dettagliata del voto si vede che, in realtà, la crescita dei consensi non è affatto andata di pari passo con quella dei seggi. Il Labour si è attestato qualcosa sotto il 34%, a fronte del 32% del 2019 che segnò una sonora sconfitta del partito guidato da Jeremy Corbyn, espressione di una sinistra radicale. Se si considerano i voti assoluti, poi, si scopre che il trionfo di oggi dei labutisti, infatti, si regge su mezzo milione di voti in meno della disfatta di cinque anni fa. Una situazione paradossale, nella quale ha certamente avuto un peso la scarsa affluenza alle urne: meno del 60% degli aventi diritto ha votato, mentre nel 2019 la percentuale superò il 67%. E, dunque, sembra che Sunak sia stato sconfitto più dalla disaffezione degli elettori conservatori che da uno spostamento a sinistra del Paese.

 

 

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