L’ammucchiata Frankenstein per sbarrare il passo a Marine: da Macron alla sinistra antisemita

1 Lug 2024 20:41 - di Gloria Sabatini

C’è un mostro a più teste che si aggira per la Francia. E non è il ‘mostro nero’  rappresentato dalla pericolosa destra di Marine Le Pen. Che con una vittoria storica ha mandato nel panico la gauche e il presidente Macron, vittima di se stesso. È una compagnia di giro, un’ammucchiata trasversale, chiamata a raccolta dall’inquilino dell’Eliseo sfrattato dalle urne per sbarrare la strada al Rassemblement national, primo partito di Francia con il 33% dei voti. È la diga dei sedicenti democratici in barba al responso popolare decretato, tra l’altro, con un’affluenza record che ha sfiorato il 70%.

Francia, parte l’ammucchiata contro Le Pen

Macron, pugile suonato, ha chiesto subito di studiare la situazione di ogni circoscrizione per trovare alleanze a 360 gradi. Ed è partita l’operazione campo largo, l’Union sacrée, con il Nuovo Fronte popolare, il listone di ultra-sinistra che ha fatto una campagna elettorale spietata contro Macron. Al grido di “blocco democratico” contro il mostro che avanza, Macron punta a un governo di larghe intese contando su una maggioranza risicatissima e politicamente inesistente. Desistenza a oltranza con tanto di ritiro dei candidati arrivati terzi ai blocchi di partenza.

Macron e il campo largo contro il mostro che avanza

La sinistra radicale è pronta alla pugna. Il socialista a Raphaël Glucksmann, regista del Nuovo Fronte popolare messo in piedi ad hoc per le elezioni, sollecita tutti i candidati arrivati terzi nelle diverse circoscrizioni a ritirarsi “immediatamente” per costruire una barriera contro il Rn di Marine Le Pen e Bardella. “La storia ci guarda e ci giudica. Ognuno di noi deve assumersi le proprie responsabilità. Non è solo una elezione legislativa: è un referendum. Vogliamo, sì o no, che l’estrema destra prenda il potere al ballottaggio per la prima volta? È l’unica cosa che conta”. È una chiamata alle armi disperata e al diavolo i programmi. Lo ammette lui stesso: “Tutte le identità politiche, sinistra e destra, svaniscono di fronte a questa clamorosa questione”. Un’armata Brancaleone, che va dai Macron  alla sinistra radicale e antisemita di Mélenchon. Tutti insieme per battere il primo partito francese. Democrazia a orologeria.

Attal: neppure un voto deve andare a Rn

“Neppure un voto deve andare a Rn il 7 luglio”, ha detto a sua volta il premier Gabriel Attal che rischia di lasciare a Bardella, 28enne delfino della Le Pen, il suo posto a Palazzo Matignon. Tutto pur di impedire ai lepenisti (che hanno già 38 deputati eletti e 297 candidati in testa al primo turno) di avere la maggioranza assoluta al secondo turno. ”Occorre fare di tutto per far sì che Rn non ottenga la maggioranza assoluta. Restano 7 giorni per evitare che questo accada”. Così il ministro delle Finanze Bruno Le Maire.

Fronte comune: da Macron alla sinistra antisemita

Lo schema di gioco in questa settimana più lunga dell’anno è quello di fare cartello contro la pericolosa Marine che mina le fondamenta della democrazia. Se la partita si gioca con centinaia di possibili triangolari o quadrangolari il fronte anti-destra deve marciare unito a costo di un’ammucchiata Frankenstein. All’arrembaggio il Nouveau Front populaire (con France Insoumise, guidata dalla sinistra pro Palestina di Mélenchon, Parti socialiste, Ecologistes e Parti communiste) insieme alla coalizione macronista di Ensemble. Un papocchio di forze politiche senza progetto, un campo largo alla francese, una babele di lingue pur di zittire gli elettori che hanno già scelto.

L’Unione sacrée, un gioco sporco che viene da lontano

La gauche d’Oltralpe rispolvera, nell’anno di grazia 2024, la diabolitation  della destra, spezzata dall’alleanza con i repubblicani di Ciotti e polverizzata dal voto elettorale. Peggio che in Italia, le sinistre francesi sono pronte a fare il gioco sporco. Quando il popolo non vota per loro, sbaglia sbagliato, e parte la crociata contro la minaccia per la tenuta democratica. Un gioco sventato dagli elettori e che in Italia non ha funzionato. Resta l’incognita dei Républicain, i neogollisti di ispirazione sarkoziana, che difficilmente potranno andare a braccetto con la sinistra radicale che guarda con ‘benevolenza’ all’attentato di Hamas del 7 ottobre di Hamas.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *