Liguria, arriva il “patto dei forcaioli”, Costa: “Sinistra garantista con Salis, giustizialista con Toti”

19 Lug 2024 11:16 - di Stefania Campitelli

“Se volessimo il Manuale del Perfetto Forcaiolo, la pagina scritta con la manifestazione del centrosinistra, ieri a Genova, sarebbe un’ottima introduzione”. Parola di Enrico Costa, dirigente di Azione e garantista della prima ora, che in una lunga intervista al Giornale attacca  “il processo di piazza” inscenato ieri a Genova dalla sinistra contro Giovanni Toti. Urlando dimissioni spacciano l’assalto al presidente della Liguria come un’alternativa politica alle destre. “Un nuovo inizio” per la sgangherato cartello che vede insieme Sclein, Conte e Fratoianni sorridenti in faccia al nemico Toti.

Ieri a Genova i perfetti forcaioli contro Toti

“Il Perfetto Forcaiolo-  spiega  Costa – è sempre mascherato: si dice garantista, poi aggiunge il ’ma’ e pretende dimissioni in nome di ‘opportunità politica’, ‘ragioni etiche’, ‘amministrazione che non si può bloccare’. Alla fine l’obiettivo è solo la convenienza di parte: approfittare del caso giudiziario per abbattere l’avversario. La presunzione d’innocenza è scritta in Costituzione. E fa una certa impressione che mercoledì il Pd abbia fatto una conferenza stampa denunciando la condizione terribile delle carceri e accusando il governo di non provvedere. E il giorno dopo sia in piazza a reclamare la gogna politica per un detenuto neppure rinviato a giudizio”.

Costa: forcaioli con il governatore, garantisti con Salis

Il discorso scivola inevitabilmente sul caso Salis. “Anche io – dice Costa – quando ho visto le sue immagini con la palla al piede in tribunale mi sono indignato, e ho chiesto al ministro Tajani di intervenire richiamando il nostro ambasciatore. Ma loro, dalla Schlein a Bonelli e Fratoianni, si sono dimostrati così garantisti da candidarla alle elezioni, mentre era sotto processo. Mentre per Toti, neppure rinviato a giudizio, reclamano dimissioni immediate”. In quella manifestazione – aggiunge l’esponente calendiano già ministro – si è recitata una vera e propria lectio magistralis del forcaiolismo: se non sei in grado di vincere democraticamente nelle urne, punti sulla magistratura. “Del resto ormai è una prassi consolidata che si ripete ovunque, fin nei piccoli comuni. Con il consigliere comunale di opposizione che manda alla Procura la delibera del sindaco, costringendola a aprire un fascicolo, e su quello cerca di costruire la rivincita. Una prassi trasversale, pensi al caso Appendino”.

Se non vinci le elezioni usi i giudici contro il nemico

E ancora: “Il ministro Nordio dice di non aver capito l’ordinanza che ha respinto la scarcerazione di Toti.
«Io invece ho capito benissimo. C’è scritto, in pratica, che se ammetti i fatti imputati, ma ne contesti la qualificazione giuridica, resti dentro. Se dichiari che quei fatti sono reato, vieni liberato per aver condiviso le accuse del Pm. Cioè: o Toti dice che i contributi dichiarati erano connessi ai suoi atti amministrativi come sostiene l’accusa, oppure resta agli arresti. Non è stato poco elegante da parte di Andrea Orlando, tra i candidati per la successione al governatore ligure, partecipare alla parata di ieri? “Direi una strategia politica: l’obiettivo è mandare via Giovanni Toti, prima della sua scadenza, utilizzando un’inchiesta di cui, finora, abbiamo solo le ipotesi accusatorie”.

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