L’Italia ottiene un “garante” Nato per il fianco sud. Meloni: “Noi in prima linea”. A Kiev gli F-16

11 Lug 2024 8:12 - di Robert Perdicchi

Gli F-16 ‘in volo’ per l’Ucraina e un messaggio “forte e chiaro” alla Cina, punto di riferimento della Russia nella guerra d’aggressione contro Kiev, sono due tra gli elementi che spiccano nelle discussioni finali del summit Nato a Washington, convocato per il 75esimo anniversario dell’Alleanza che – parola del segretario generale Jens Stoltenberg – “ha approvato il più vasto piano di difesa dalla Guerra Fredda”.

L’Italia, dal canto suo, incassa un primo risultato al vertice Nato di Washington: la menzione, nel documento finale, della nomina di un Rappresentante Speciale per il fianco Sud dell’alleanza, come era stato richiesto da Roma. Durante i lavori del Consiglio Nordatlantico, Meloni ha evidenziato che “se noi siamo in prima linea a difesa degli alleati orientali, non possiamo essere lasciati soli nella difesa del fronte Sud dell’alleanza”. “E’ ugualmente fondamentale nel contesto della minaccia ibrida e globale che affrontiamo”, ha sottolineato la premier, definendo “gli impegni che verranno assunti oggi, a partire dalla designazione di un Rappresentante Speciale per il Sud” come una buona notizia e un punto di partenza”. Sulla stessa linea il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha ricordato quanto la nomina del Rappresentante fosse “una priorita’ per l’Italia”. Per questo ruolo, ha aggiunto Tajani, “ci sono anche eccellenti candidati italiani, con la conoscenza che ha l’Italia di tutta l’area balcanica, dell’Africa, del Medio Oriente e anche della regione del Golfo possiamo mettere insieme nomi di alto livello”. Il titolare della Difesa, Guido Crosetto, da parte sua ha rimarcato la necessita’ di “una deterrenza a 360 per affrontare le gravi crisi emergenti sul fianco Sud”.

Nato, vertice ok: le richieste della Meloni

La decisione più importante, sul fronte militare, è arrivata. I paesi membri hanno iniziato il promesso di trasferimento degli aerei da combattimento a Kiev: la potenziale svolta della guerra con la Russia prende forma. “Mentre parliamo, è in corso il trasferimento di jet F-16, provenienti dalla Danimarca e dai Paesi Bassi” alle forze di Kiev, dice Antony Blinken, segretario di Stato americano. L’iter dovrebbe essere completato entro l’estate. Questi aerei da combattimento – che il governo ucraino ha richiesto fin dall’inizio della guerra nel 2022 – aiuteranno “Vladimir Putin a concentrare la mente” e a convincerlo che non esiste possibilità che la Russia vinca la guerra.

“La via più veloce verso la pace è attraverso un’Ucraina forte”, prosegue il segretario di Stato, secondo cui sarebbe “un successo” vedere un’Ucraina “indipendente”, “in grado di reggersi sulle proprie gambe” e “sempre più integrata” con organizzazioni come l’Unione Europea e la Nato. “Quello che vediamo è che l’Ucraina è sulla traiettoria per fare proprio questo, militarmente”, dice ancora. “La Nato può difendere e difenderà ogni centimetro del suo territorio”, ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, intervenendo alla riunione dei leader dell’Alleanza atlantica nella seconda giornata del vertice di Washington.

Il discorso della premier italiana

Giorgia Meloni, nel suo primo intervento al vertice Nato di Washington, rassicura gli alleati, e dice forte e chiaro che l’Italia non arretrerà di un millimetro, perché senza il sostegno all’Ucraina sarebbe “il caos”.  L’Italia c’è stata e ci sarà, ma il sostegno deve “essere mirato ed efficace”, mette in chiaro la presidente del Consiglio, “evitando duplicazioni”, perché -il ragionamento- “96 cittadini dell’Unione Europea su 100 sono anche cittadini di una Nazione della Nato e il bilancio nazionale al quale attingiamo è sempre lo stesso”. Vale a dire che ogni invio, ogni singolo aiuto, va ottimizzato, ricorrendo a un miglior coordinamento Nato-Ue.

Lo stesso appunto arrivato anche da altri leader al tavolo –spiegano fonti italiane- con l’obiettivo, chiaro, di non vanificare gli sforzi. Nel suo intervento, nello stesso edificio che 75 anni fa segnò la firma del trattato, Meloni rimarca come la Nato si confermi “l’Alleanza più affidabile e coesa della storia: ha contribuito ad assicurare sicurezza e libertà alle nostre Nazioni”.

E anche oggi, a distanza di 75 anni, l’Alleanza è un faro nel buio generato da tempi cupi. “La nostra unità e la nostra determinazione sono, oggi, i beni più preziosi che abbiamo – dice la presidente del Consiglio -, e su questo possiamo permetterci solo passi in avanti”. Che si compiono anche rafforzando la capacità militare dell’organizzazione: “la difesa dell’Ucraina dipende anche dalla capacità di deterrenza dell’Alleanza, e dal rafforzamento della sicurezza delle nostre nazioni, sulla quale dobbiamo continuare ad investire”. Da qui la rassicurazione agli alleati che l’Italia farà la sua parte, nonostante l’affanno sui conti pubblici.

La spesa militare dell’Italia in crescita

“La traiettoria della spesa per la difesa dell’Italia nel 2024 è in aumento – chiarisce la premier -. Il 2% è tra i nostri obiettivi, ma non è l’unico. Dobbiamo anche lavorare a un’industria della difesa innovativa e competitiva”. Ma se l’Italia assicura la volontà di onorare gli impegni e di non arretrare sul sostegno a Kiev, chiede anche con forza di non essere lasciata solo sul fronte sud.

“Se noi siamo in prima linea a difesa degli alleati orientali – ha detto infatti la presidente del Consiglio -, non possiamo essere lasciati soli nella difesa del fronte sud dell’alleanza. È ugualmente fondamentale nel contesto della minaccia ibrida e globale che affrontiamo”. Il disco verde dell’Alleanza a un rappresentante speciale per il Sud è dunque sì “una buona notizia”, ma anche un “punto di partenza”.

A margine dei lavori del vertice, la premier ha avuto un bilaterale con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, con cui ha parlato anche di migranti. Poi il ritorno al St Regis, cambio d’abito e di corsa alla Casa Bianca per la cena di gala offerta dal Presidente Joe Biden -che oggi l’ha accolta con il consueto calore, cingendola nella foto di rito con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.

E’ lui l”osservato speciale’ di questo vertice Nato, dove tutti si interrogano sul suo futuro e dove aleggia il fantasma di un ritorno di Donald Trump. “Noi siamo amici degli Usa indipendentemente da chi è stato, è o sarà il Presidente degli Usa – ha messo in chiaro oggi, in un punto stampa, il vicepremier e ministro agli Affari Esteri Antonio Tajani – Siamo stati amici degli Stati Uniti con Bush, con Reagan, Clinton, Obama, Trump, Biden. Il nostro è un rapporto con gli Stati Uniti e guai se fossimo amici a correnti alternate”.

 

Il messaggio alla Cina

“Non stiamo solo trasferendo gli F-16, ci siamo occupati anche dell’addestramento dei piloti”, dice il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. In generale, afferma, “abbiamo concordato un impegno finanziario per aiutare l’Ucraina a costruire una forza in grado di sconfiggere l’aggressione russa oggi e di scoraggiarla domani. Abbiamo concordato che 40 miliardi di euro sono una base di partenza minima entro il prossimo anno”, dice.

“Il tema dell’ingresso dell’Ucraina nella Nato rimane sul tavolo: “Continueremo a supportare l’Ucraina nel percorso irreversibile verso l’adesione alla Nato. Il lavoro che stiamo svolgendo insieme ora garantirà che, quando sarà il momento giusto, l’Ucraina potrà unirsi senza indugio. Non è una questione di se, ma di quando”, ribadisce.

Dal vertice di Washington parte un messaggio inequivocabile alla Cina. “La Cina è un facilitatore decisivo della guerra illegale della Russia contro l’Ucraina. La Cina fornisce equipaggiamento, microelettronica, molti altri strumenti che stanno consentendo alla Russia di costruire i missili, bombe, aerei, armi usate per attaccare l’Ucraina. Il fatto che questo concetto sia ora chiaramente affermato e sottoscritto da tutti gli alleati della Nato è un messaggio importante per la Cina”, dice Stoltenberg. “Il messaggio inviato dalla Nato da questo vertice, è forte e chiaro: stiamo definendo chiaramente la responsabilità della Cina quando si parla di consentire l’aggressione bellica della Russia contro l’Ucraina”.

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