Mélenchon gela Macron: mai un governo di larghe intese. Il Che Guevara francese spariglia le carte

2 Lug 2024 18:48 - di Eugenio Battisti

Ammucchiata elettorale per sbarrare il passo a Marine Le Pen sì, ma niente governi di larghe intese. Il leader di estrema sinistra della France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon, che ha egemonizzato il Nuovo Fronte Popolare, gela il presidente Emmanuel Macron, uscito con le ossa rotte dal primo turno delle legislative. Che non si monti la testa, dopo il voto nessun inciucio, che il malconcio inquilino dell’Eliseo si rassegni. Il Che Guevara d’Oltralpe è sempre più una mina vagante per il listone anti lepenista voluto dall’Eliseo.

Mélenchon gela Macron: mai governo di larghe intese

“Gli Insoumis governeranno solo per attuare il loro programma, nient’altro che il programma”. Così il coordinatore di France insoumise Manuel Bompard al primo ministro francese Gabriel Attal che aveva auspicato una grande coalizione di governo. Il deputato delle Bouches-du-Rhône, rieletto domenica al primo turno delle elezioni legislative, ha escluso in un’intervista a Bfmtv l’ipotesi di una grande coalizione se non fosse emersa la maggioranza assoluta alla fine del secondo turno, il 7 luglio.

Governeremo solo per attuare il programma

Nessun governo di larghe intese con Macron, dice chiro e tondo la gauche radicale filopalestinese. ”L’obiettivo è avere la maggioranza domenica per poter governare con un esecutivo del Nouveau Front Populaire”, ha detto il coordinatore vicino a Mélenchon. “Lo dico semplice e molto chiaro: gli Insoumis governeranno solo per attuare il loro programma, nient’altro che il programma, ma tutto il programma”, ha insistito Bompard.

Ufficializzate le desistenze contro Marine Le Pen

Concluso lo schema delle candidature rimaste in piedi per il secondo turno di domenica. Alle 18, termine fissato per la presentazione delle liste in vista dei ballottaggi, sono state 218 le desistenze in funzione anti Rassemblement National. Restano quindi in piedi 81 triangolari e 2 quadrangolari. Lo schema di gioco contro Marine è “facile”: i terzi ai blocchi di partenza si ritirano per sbarrare il passo al nemico. “Ritiriamo la nostra candidatura in caso di triangolare al secondo turno di domenica prossima delle elezioni legislative francesi. La nostra indicazione è semplice – annuncia Mélenchon – neanche un seggio in più per il Rassemblement national”.

L’Union sacrée vacilla. L’Eliseo in un vicolo cieco

L’Unione sacrée contro il mostro che avanza gioca le sue ultime carte all’insegna dell’ammucchiata Frankenstein contro i lepenisti. Tutto pur di non far vincere la destra già scelta dal popolo francese. Ma questa volta la conventio ad excludendum, vecchia di decenni, potrebbe non funzionare. Gli elettori l’hanno già bocciata incoronando il Rassemblement national primo partito di Francia. Dopo la débacle delle urne il presidente Macron deve vedersela anche con il pressing della sinistra radicale, che si piazza al secondo posto ben prima del partito del presidente, Ensemble.

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