Nuovo delirio Salis, straparla di carceri contro il governo Meloni: un manifesto di supercazzole. E c’è chi la fa nera

15 Lug 2024 20:12 - di Ginevra Sorrentino
Ilaria Salis carceri

Ci risiamo, cambiano il tema e lo spunto del comizio social di turno firmato dalla pasionaria Avs Ilaria Salis, che stavolta torna sulla scena social affidando a Instagram uno straripante manifesto ideologizzato e ideologizzante in cui non si parla di case da occupare abusivamente, in spregio di legge e diritti di cittadini e inquilini regolari. Ma di carceri, e del problema del sovraffollamento che la neo eurodeputata di sinistra propone di risolvere lanciando la supercazzola di un «realismo abolizionista» con cui «intervenire in modo strutturale». Insomma, siamo alle solite, perché anche cambiando l’ordine dei fattori, il risultato non cambia: il delirio oratorio ha sempre lo stesso tono indottrinante, punteggiato a suon di insulti acrimoniosi fatti passare per critiche. O di proposte rilanciate sotto forma di accuse al governo e ai suoi provvedimenti.

Nuovo delirio Salis: stavolta si parla di carceri

E tra invettive e paradossi, in 8 slide (compresa la copertina) di dissertazioni e proclami, parlando dei delitti e delle pene, di reclusione e sofferenza, tra le parole conclusive che inneggiano alla «liberazione della nostra immaginazione politica dalla falsa necessità della prigione», non può certo mancare il riferimento autoreferenziale da cui prendere le mosse. «Sono stata detenuta per oltre 15 mesi in condizioni contrarie ai più basilari principi di umanità – tuona la Salis sul tema carceri – e ho fatto esperienza sulla mia pelle della logica punitiva e vendicativa del carcere». Insomma, Ilaria Salis lo mette nero su bianco nel suo post su Instagram. Spiegando poi di volersi attivare per «portare fuori la voce e i vissuti di chi soffre nelle prigioni».

Salis sulle carceri, il manifesto social zeppo di supercazzole

Secondo l’attivista, accusata di aggressione in Ungheria ed eletta eurodeputata con Avs, bisogna «mettere radicalmente a critica il sistema-carcere e ripensare dalle fondamenta il modo di risolvere i rapporti di ingiustizia nella società». E nel farlo, usa parole forti, stravolge confini, princìpi, obiettivi. Ma è chiaro ad ogni passaggio che, parlando della «situazione delle carceri italiane che ha raggiunto un livello intollerabile» per via del «sovraffollamento», la Salis mira a buttare la croce addosso all’esecutivo in carica. Cosa che puntualmente avviene, in uno dei passaggi dell’interminabile post quando, parlando delle detenzioni minorili, la scrivente – più prolissa del solito – rimanda a un “vertiginoso numero in  aumento” complice il fatto, approfitta per dire, che «con il decreto Caivano il governo Meloni ha ampliato le possibilità di ricorso al carcere in fase cautelare per i minori».

Non una parola sui crimini e la violenza

Non un parola, però, sull’incredibile lavoro fatto dal governo proprio su quel sito, restituito a nuova vita per chi lo abita e ha diritto di viverlo non più all’ombra della criminalità e sotto lo spettro degli abusi e delle violenze. Quelle che hanno alimentato lo scempio negli anni, culminato nello stupro di ragazzine da parte di altri ragazzini, minori sì: ma perfettamente in grado di infliggere violenza e sofferenza come un criminale maturo. Non c’è questo nel post della Salis. Non ci sono riferimenti agli apprezzamenti arrivati da parte di chi quella realtà la vive tutti i giorni, in tutti i suoi molteplici aspetti e risvolti. Perché è molto più facile – e conveniente – fermarsi allo slogan antigovernativo, all’appello sensazionalistico, alla frase a effetto che il binomio carcerazione minorile può evocare e scatenare.

Salis, l’ultimo delirio investe carceri e Cpr

Stesso approccio e stessi esiti l’intervento social nella parte che riguarda i centri per il rimpatrio, dove l’apoteosi ideologica e la virulenza militante raggiungono il loro apice: «Non sono niente meno che campi di internamento per esseri umani la cui unica colpa è quella di non possedere un permesso di soggiorno in regola», tuona l’eurodeputata di Avs. Che non esita a definire quelle strutture «un abominio giuridico, una vergogna politica, un orrore disumano». Anche qui, però, non una parola sul Piano Mattei in atto. Sull’impegno del governo per scongiurare le tragedia in mare e rispettare il diritto a non emigrare di chi salpa a rischio della propria vita mettendo in mano la sua esistenza o quella dei suoi familiari a trafficanti di esseri umani senza scrupoli.

Ma tra i follower c’è chi rispedisce tutto al mittente: ira social

Ma gli eccessi dovuto al dissenso politico e alle degenerazioni che comportano ci pensano gli utenti a mettere un argine. Così, a parte i soliti follower e proseliti che si dichiarano felici di averla votata, ce ne sono tanti, tantissimi che postano il loro dissenso, anche a tinte forti. Qualcuno per esempio ha commentato: «Eh si… parliamone!!! Poi ci spiega anche come uscirne». Mentre qualcun altro incalza: «Esatto parliamo di carcere, se picchi delle persone per delle loro idee vai in carcere». Qualcun altro ancora, infine – elencarli tutti sarebbe impossibile – «delinquiamo e continuiamo a delinquere in completa libertà perché le carceri sono poco accoglienti , il nodo alla gola me lo fai venire tu a me». Mentre qualcuno, più prosaicamente ma anche altrettanto realisticamente osserva: «Basta non commettere reati e il carcere lo vedi con il binocolo»…

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