Olimpiadi, altro furto all’Italia: Macchi privato dell’oro nel fioretto e la rabbia di Cerioni
Se lassù nessuno ci ama alle Olimpiadi, dopo gli scandalosi arbitraggi di domenica scorsa, evidentemente il destino cinico e baro continua ad aleggiare contro l’Italia. Filippo Macchi si è visto letteralmente scippare la medaglia d’oro nella finale del fioretto maschile contro l’atleta di Hong Kong, Ka Long Cheung. Due stoccate dubbie non assegnate, una delle quali sembrava nettamente ad appannaggio dell’italiano, sul punteggio di 14 pari e poi il punto finale contestato all’atleta asiatico che hanno scatenato le ira di Giovanni Malagò e di Stefano Cerioni, leggenda della scherma italiana e oggi allenatore della nazionale.
Cerioni: “Macchi vincitore morale delle Olimpiadi”
Mentre Malagò protestava formalmente con il Cio, Cerioni dava vita ad un vero e proprio show, con tanto di indicazione al pubblico di Macchi come il vero vincitore. “E’ successo qualcosa che non ho mai visto prima, né da atleta né da tecnico. L’errore ci può stare, ma tre sul 14 pari sono veramente troppi. Non voglio pensare alla malafede, penso che forse sono nervosi anche loro per non dire incompetenti. Chiunque ho incontrato delle altre nazioni mi ha guardato e mi ha detto ‘incredibile’. Tutti. Per me le Olimpiadi le ha vinte Macchi non una ma tre volte” ha detto l’ex oro di Seul.
Le medaglie che ci mancano
Senza contare il pugilato, ci mancano l’oro di Macchi, il bronzo di Giuffrida nel judo e una quasi certa medaglia di Errigo nel fioretto femminile: finora tre errori marchiani, dovuti al caso, che penalizzano il nostro medagliere e gettano ombre sulla regolarità dei Giochi.
“Perché scegliere due arbitri asiatici?
Proprio Giovanni Malagò a fine gara, non mettendo in dubbio la buonafede, ha polemizzato sul fatto che gli arbitri della finale fossero entrambi asiatici come l’atleta di Hong Kong. Una scelta improvvida e dettata dal sorteggio che alla fine si è rivelata, però, fatale per il nostro Macchi che dovrà aspettare Los Angeles 2028 per vincere l’oro.