Olimpiadi di Parigi, lassù qualcuno ci odia: dal judo alla scherma, Italia punita dagli arbitri
È stata una giornata di verdetti contestati per l’Italia ieri alle Olimpiadi. Dal pugilato alla scherma, al judo, tre decisioni che probabilmente ci hanno privato di altrettante medaglie e scatenato persino l’ira di Giovanni Malagò, il presidente del Coni.
Giuffrida e “l’arbitra” prevenuta
Il caso più clamoroso ha riguardato il judo(proprio quello che ha visto la reazione di Malagò). Odette Giuffrida si è vista letteralmente togliere la medaglia di bronzo nella finale del terzo posto dall’arbitra Ioana Babiuc. “La decisione in semifinale e l’ultimo shido in finale sono stati dubbi – ha detto l’azzurra del judo, campionessa del mondo nella categoria -52kg -. Tutti i miei incontri ‘difficili’ li ho avuti con quest’arbitro rumeno. Un giorno le offrirò un caffè e le chiederò che problema ha con me”, mentre il numero uno del Coni ha contestato il fatto che la Babiuc avesse arbitrato sia la semifinale persa dall’italiana che la finalina per il podio.
Pugilato e scherma, gli altri verdetti contestati
L’eliminazione con un verdetto non unanime del pugile azzurro Abbes Aziz Mouhiidine contro l’uzbeko Lazizbek Mullojonov ha scatenato le ire del presidente della Federazione pugilistica italiana, il vicequestore Flavio D’Ambrosi, che in un durissimo comunicato si è lamentato della scarsa tutela da parte del Cio: “Vergognatevi. Ancora una volta l’Italia è scippata. Pensavamo che il Cio tutelasse i pugili ed evitasse le nefandezze del passato”.
Stessa sorte è capitata nei quarti di finale del fioretto femminile alla portabandiera Arianna Errigo, con un’ultima stoccata molto dubbia. Anche qui proteste da parte della federazione tricolore.
I precedenti più clamorosi: le Olimpiadi di Seul
Il caso più eclatante di verdetto scandaloso ai Giochi ci riporta a Seul 1988. Ai quarti di finale della categoria pesi medi junior Vincenzo Nardiello incontra l’atleta di casa Park Si-Hun. Lo domina per tutte e tre le riprese e il verdetto sembra una formalità. Ma arriva la sorpresa: vittoria ai punti per Park. Nardiello piange, si dispera, viene abbracciato dall’allora segretario generale Mario Pescante che inveisce apertamente contro gli arbitri. Ma lo scandalo non si fermerà qui: Park riuscirà a rubare l’oro in finale all’americano Jones, confermando i sospetti di corruzione del governo coreano sui giudici.