Olimpiadi, l’ultima follia del Cio: ammessi i trans nella boxe femminile. Giovedì tocca all’azzurra Carini

30 Lug 2024 19:28 - di Redazione
Olimpiadi

Le Olimpiadi di Parigi sono una continua sorpresa. Il Cio ha ammesso le pugili trans (geneticamente maschi) nel torneo femminile. La questione sta scatenando una tempesta di polemiche sui social ma interessa direttamente la spedizione italiana a Parigi: la prima ad affrontare uno di questi atleti controversi, sarà infatti l’azzurra Angela Carini, giovedì prossimo.

Le Olimpiadi più assurde della storia

Lo status dell’algerino Imane Khelif e del taiwanese Lin Yu-ting, che chiedevano di partecipare nelle categorie 66kg e 55kg dedicate alle atlete donne, è rimasto a lungo in dubbio, con le autorità olimpiche che sembravano aver deciso di non decidere, sperando che la faccenda passasse inosservata. E invece hanno deciso per un si che lascia perplessi.

Non certo per motivi di discriminazione sessuale, ma per una questione prettamente fisica: un trans ha la conformazione di un uomo e ha una forza fisica nettamente superiore a una donna. E l’algerina(o) Khelif incontrerà proprio la nostra Carini giovedì 1 agosto. Ma le Olimpiadi più assurde della storia non hanno limiti e violano anche le disposizioni dei tribunali.

La Lega: “Decisione assurda”

“Le Olimpiadi di Parigi non smettono di sorprenderci, in negativo. Dopo lo scempio della rappresentazione blasfema dell’Ultima Cena, ora viene messa in discussione anche la scienza. Imane Khelif, nata uomo, potrà salire sul ring contro Angela Carini il 1 agosto in un incontro di pugilato. La motivazione che le permette di essere idonea, a differenza di quanto accaduto nei mondiali? Per quanto riguarda i Giochi Olimpici, la gestione del sistema di valutazione è stata affidata alla Paris 2024 Boxing Unit del CIO, che adotta regole meno rigide e segue da tempo una linea completamente diversa, orientata verso l’inclusività. Nessun commento, solo una domanda: è giusto far combattere qualcuno che ha, per sua natura, una maggiore prestanza fisica contro una donna? Nel nome di una sedicente inclusività si è superato il limite della decenza”. Così il deputato della Lega Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura.

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