Omicidio Bozzoli, l’ultimo sfregio del nipote condannato: dopo la sentenza scompare anche lui, è irreperibile

2 Lug 2024 13:31 - di Lorenza Mariani
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Quello dell’omicidio Bozzoli è uno dei casi di cronaca più inquietanti e misteriosi degli ultimi anni, e parte soprattutto da una certezza: la vittima è stata uccisa e il suo corpo letteralmente polverizzato e fatto sparire: Mario Bozzoli, è stato assassinato e poi gettato nell’altoforno della fonderia di famiglia nel 2015. Il movente del delitto, a detta delle sentenze arrivate ieri fino al terzo grado in Cassazione, sarebbe il rancore covato dal nipote verso lo zio, che gestiva assieme al fratello e ai nipoti l’impresa di famiglia. Acredini tra zio e nipote relative alla gestione dell’azienda, insomma: che fanno sostenere ai giudici che si sono fin qui espressi sulla vicenda, che il 39enne nutriva «odio ostinato e incontenibile» nei confronti della vittima, che riteneva «colpevole sia di lucrare dalla società dei proventi. Sia di intralciare i suoi progetti imprenditoriali».

Omicidio Bozzoli, definitivo l’ergastolo per il nipote: ma l’imputato non si trova, risulta irreperibile

Fatto sta che ad oggi, dopo anni di indagini e di dibattimento, dopo la scomparsa del corpo dell’imprenditore, che non è mai stato trovato, ora risulta letteralmente volatilizzato anche il suo assassino: il 39enne Giacomo che ieri, a verdetto di colpevolezza pronunciato e confermato anche dalla Suprema Corte, doveva entrare in carcere per l’omicidio. Solo che i carabinieri, che sono andati a casa dell’imputato appena condannato per accompagnarlo in cella, hanno fatto un viaggio invano: lui non c’era. E ha fatto letteralmente sparire le tracce. Ancora una volta…

Omicidio Bozzoli, la vicenda giudiziaria lunga anni

Ma partiamo dall’epilogo della vicenda giudiziaria, che risale proprio a ieri, quando è diventata definitiva la condanna all’ergastolo per Giacomo Bozzoli, accusato dell’omicidio dello zio Mario e della distruzione del suo cadavere nel forno della fonderia a Marcheno, in provincia di Brescia. Un delitto che risale ormai all’8 ottobre 2015. I giudici della prima sezione penale della Cassazione hanno rigettato il ricorso proposto dall’imputato contro la sentenza della Corte di assise di appello di Brescia del 17 novembre 2023. La sentenza impugnata aveva confermato le conclusioni della Corte di Assise del 30 settembre 2022, che aveva condannato Bozzoli alla pena dell’ergastolo con l’isolamento diurno per un anno.

Omicidio Bozzoli, il nipote irreperibile da ieri, dopo la sentenza della Cassazione

Ebbene, ieri la Corte di Cassazione ha confermato l’ergastolo per Giacomo Bozzoli, accusato dell’omicidio dello zio Mario e della distruzione del suo cadavere nel forno della fonderia. Ma quando i carabinieri si sono presentati nella sua casa sul Lago di Garda per prelevarlo, non hanno trovato nessuno. Le ricerche sono scattate immediatamente: ma dell’uomo, al momento il più ricercato del Bel Paese, non c’è nessuna traccia. Nonostante l’ingente caccia al condannato scattata il minuto dopo il pronunciamento della sentenza definitiva.

In corso una ingente caccia all’uomo

I militari sono al lavoro per rintracciarlo, dopo che per nove anni è rimasto libero, in attesa della sentenza definitiva. Arrivata appunto nella serata di ieri, quando i giudici della prima sezione penale di piazza Cavour hanno rigettato il ricorso proposto dai legali dell’imputato contro la sentenza della Corte d’Assise di appello di Brescia del 17 novembre 2023. La sentenza impugnata aveva confermato quella della Corte d’Assise del 30 settembre 2022, che aveva condannato Bozzoli alla pena dell’ergastolo con l’isolamento diurno per un anno.

Se il nipote della vittima non dovesse costituirsi o essere trovato nelle prossime ore, scatterà la dichiarazione di latitanza

Ma quello che è scritto sulla carta, resta senza applicazione nella realtà: sono ancora senza esito le ricerche del 39enne Giacomo Bozzoli, condannato all’ergastolo. Se non dovesse costituirsi, o essere trovato nelle prossime ore, dunque, scatterà la dichiarazione di latitanza prevista dal codice di procedura penale. Sulla vicenda, della condanna e della immediata sparizione dell’imputato al centro di indagini e sentenze, Il Giornale scrive che «non si esclude che possa aver avuto un momento di cedimento dopo la conferma dell’ergastolo e che, quindi, si sia allontanato dall’abitazione in preda alla disperazione». O anche che, «nell’ipotesi contraria, invece, potrebbe aver scelto di godersi le ultime ore di libertà prima di consegnarsi alle forze dell’ordine».

Omicidio Bozzoli, il nipote condannato: l’ordine di cattura inserito in tutte le banche dati italiane ed europee

Se e ma a parte, quel che è certo è che al momento l’uomo risulta irreperibile. E che, come spiega una fonte giudiziaria all’Agi, l’ordine di esecuzione della sua condanna «è inserito in tutte le banche dati italiane ed europee». Così come altrettanto indubitabile, oltre che sostenuto da sospetti e indagini, e rilanciato con rilievi e riscontri investigativi, è che Mario Bozzoli, la vittima, non uscì mai dall’azienda quella maledetta sera. Pochi minuti prima telefonò alla moglie per dirle che l’avrebbe portata a cena fuori. Ma a casa, e meno che mai al ristorante, la vittima non sarebbe mai arrivato…

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