Pnrr, il riconoscimento Ue: “L’Italia ha un ottimo ritmo, dimostra che le crisi possono diventare risultati”

6 Lug 2024 8:00 - di Redazione
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“L’Italia ha raggiunto risultati molto incoraggianti sull’attuazione del Pnrr, ha un ottimo ritmo rispetto anche ad altri Stati membri. Finora tutte le richieste di pagamento sono state inviate alla Commissione europea nei tempi stabiliti dal calendario concordato con il Consiglio europeo”. A dirlo è stata Marie Donnay, direttrice presso la task force per la ripresa e la resilienza della Commissione europea, nel corso della terza edizione di “Missione Italia 2024”, l’evento organizzato dall’Anci dedicato al Pnrr per i Comuni e le Città che si è svolto nella splendida cornice del Complesso del Santo Spirito a Roma. Accolte da un fragoroso applauso, le parole della funzionaria della Commissione Ue, confermano dunque il ruolo da “prima della classe” che l’Italia ha saputo conquistarsi a livello comunitario nella definizione e realizzazione del Pnrr.

La direttrice della task force Ue per il Pnrr: “L’Italia ha un ottimo ritmo”

“Questa settimana la Commissione ha approvato la quinta rata e l’Italia ha avanzato la richiesta per la sesta rata, quando già si entra nella fase attuativa della settima rata. Gli ottimi risultati dell’Italia sono il frutto del lavoro di tutte le autorità italiane di tutti gli enti attuatori, i Comuni italiani in primis”, ha aggiunto Donnay, invitando a riflettere sul fatto che, per esempio, “la Svezia non ha presentato nemmeno una rata”.

Per Bruxelles il successo di Roma “è fondamentale”

Il lavoro dell’Italia sul Pnrr è sotto la lente di ingrandimento dell’Unione europea poiché “con più di 194 miliardi di fondo è il primo beneficiario in Europa del Piano” e il suo successo “è fondamentale per l’Unione per dimostrare che questi progetti condivisi possono funzionare come vera solidarietà tra gli Stati membri, e che si possono trasformare le crisi in risultati concreti”. Le ragioni del successo del Pnrr in Italia sono state spiegate dagli amministratori, a cominciare da Alessandro Canelli, presidente Ifel (Istituto per la finanza e l’economia locale di Anci) e sindaco di Novara: “Abbiamo realizzato, in collaborazione col ministero dell’Economia, la piattaforma ‘Easy’ dove amministratori e dirigenti possono accedere per capire a che punto sono le procedure, qual è la massa di risorse che viene utilizzata per ogni singolo territorio. E’ uno strumento conoscitivo fondamentale, e in più abbiamo un team che fa assistenza tecnica ai Comuni”.

Il successo del modello di collaborazione fra istituzioni e fra pubblico e privato

Tutto questo nonostante il fatto che “il personale nei Comuni e nelle città metropolitane sia passato in dieci anni da 470mila unità a 403mila, di cui 320mila solo nei Comuni”, ha sottolineato Agostino Bultrini, Responsabile Area Personale e Relazioni sindacali dei Comuni e delle Città metropolitane. Ma la sfida, è convinto Canelli, “è che, accompagnata alla realizzazione dei progetti, ci sia un’altrettanta attenzione sulla valutazione d’impatto degli stessi progetti. Solo questo riuscirà farci capire veramente se il Paese è cambiato ed è pronto alle sfide che l’Europa pone ai suoi Stati membri”. Insomma l’Italia sta facendo bene, anche grazie alle partnership pubblico-privato su cui ha insistito anche il ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso in un messaggio. Ma è anche nelle aree interne, che sono due terzi del Paese, che la sfida dovrà essere vinta: “Qui risiedono tantissimi cittadini che non partecipano attivamente allo sviluppo del Paese, ma che vogliamo essere utili al Paese”, ha spiegato il delegato dell’Anci alle Aree interne, Lino Gentile: “Alle aree interne e ai piccoli Comuni, grazie al Pnrr, andranno circa tre miliardi di euro. Vogliamo essere attivi nel processo di sviluppo, perché l’elemento fondamentale del Pnrr è il riequilibrio territoriale”.

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