Renzi e la moglie al matrimonio da favola di Ambani: seicento milioni di dollari per convolare a nozze

Matteo Renzi è abbastanza famoso nel mondo arabo e indiano. Con gli arabi, l’ex presidente del Consiglio mantiene solidi rapporti di consulenza, con gli indiani importanti rapporti di amicizia. C’era anche il politico fiorentino, con la moglie Agnese,  al matrimonio da mille e una notte di Anant Ambani, il più giovane di Mukeshi, il nono uomo più ricco del mondo secondo Forbes. Una cerimonia che, da sola, è costata, la bellezza di seicento milioni di dollari.

Renzi e la moglie in abiti indiani

Per la grande cerimonia, Renzi e la moglie Agnese hanno indossato abiti tradizionali indiani. Nell’elenco degli invitati anche gli ex premier britannici Tony Blair e Boris Johnson. Ospiti d’onore anche  le cantanti Adele e Lana Del Rey, oltre all’ex stella di Manchester United e Real Madrid David Beckham. A Mumbai si è così raggiunto il culmine di un’estenuante serie di eventi nuziali, arricchiti dalle esibizioni di Rihanna e Justin Bieber. 

Quattro mesi di feste itineranti e 127 miliardi di patrimonio

Il matrimonio di Anant Ambani è stato preceduto da ben quattro mesi di feste itineranti. Il padre di Anant è Mukesh Ambani , un grande industriale indiano, presidente, amministratore delegato e maggiore azionista di Reliance Industries Limited (RIL), detto anche “Re del ferro”, un gruppo che opera principalmente nella raffinazione e nella petrolchimica. Fa parte di Fortune Global 500 ed è uno dei principali gruppi dell’India per valore di mercato. Il suo patrimonio è stimato in circa 127 miliardi di dollari ed è uno degli uomini più ricchi dell’India, il nono al mondo secondo Forbes.

Renzi, un europeista che lavora molto in Oriente

Matteo Renzi è reduce dal flop elettorale di Stati Uniti d’Europa, la lista costruita insieme ad Emma Bonino che non ha raggiunto il 4% del quorum alle ultime elezioni europee. Da sempre filo occidentale coltiva rapporti floridi con il mondo orientale. Solo nel 2022, l’ex sindaco di Firenze incassò oltre un milione di euro di consulenze dall’Arabia Saudita, uno dei Paesi meno liberali del mondo. Tutto regolarmente fatturato, ci mancherebbe.