Roma, femminicidio al Portuense: fisioterapista uccisa dall’ex a colpi di fucile. Le ultime parole a suo figlio
Notizia agghiacciante. A Roma, quartiere Porteuense, una donna di 50 anni è stata raggiunta da alcuni colpi d’arma da fuoco esplosi da un’auto dall’ ex compagno. Si tratta di un femminicidio, l’ennesimo: la lunga scia di sangue non accenna a fermarsi. L’omida si era accostato con la macchina alla sua ex compagna, Manuela Petrangeli, e ha sparato con un fucile a canne mozze. Successivamente, dopo un’iniziale fuga, si è poi costituito in una caserma dei carabinieri. La vittima era una fisioterapista, che era da poco uscita dal lavoro e stava per andare a prendere suo figlio. E’ accaduto in via degli Orseolo. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo, coordinato dai pm del pool antiviolenza.
Il killer è l’ex compagno: prima fugge, poi si costituisce
Nonostante i tentativi di rianimarla, per la donna non c’è stato nulla da fare, è morta in strada. Il killer ha premuto il grilletto in pieno giorno – intorno alle 14:00 di giovedì 4 luglio – all’altezza del civico 36 di via degli Orseolo. L’assassino, prima di costituirsi, si era inizialmente dileguato a bordo di una Smart. Diramata una nota di ricerca era scattata la caccia all’assassino. Via degli Orseolo è una strada senza uscita, con un solo ingresso. Una strada molto trafficata, dove si trovano decine di esercizi commerciali, molti dei quali proprio all’altezza dell’incrocio con la via Portuense, strada dalla quale la vettura dalla quale è stato premuto il grilletto si era dileguata per far perdere le proprie tracce.
La coppia era separata da diverso tempo e avevano un figlio di 10 anni. Nessuna denuncia era stata presentata contro l’uomo – riporta la ricostruzione di Repubblica-. E’ in corso il sopralluogo della pm Antonella Pandolfi del pool antiviolenze coordinate dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini. Sul corpo della donna è stata disposta l’autopsia nelle prossime ore. Si tratta del ventesimo femminicidio dall’inizio del 2024 in Italia.
Lo sgomento delle colleghe della donna, una fisioterapista
Un giorno come un altro, lavoro, figlio. Poi il male che irrompe nella normalità di un maledetto pomeriggio di luglio. Lo sgomento delle colleghe: “Era appena uscita dal lavoro, Manuela aveva appena attaccato col figlio: gli aveva detto ‘amore, adesso mamma viene a prenderti’. Con una collega stava andando a riprendere la macchina quando l’ex compagno le si è accostato con la sua smart”. È il racconto all’Adnkronos di due colleghe di Manuela Petrangeli. “L’ha prima colpita a un braccio, lei è corsa via, ha provato a ripararsi dietro a un’auto parcheggiata. Ma poi lui ha mirato al petto e non c’è stato più nulla da fare”. In omidicio efferato consumatosi davanti alla clinica Villa Sandra dove la vittima lavorava come fisioterapista.
La vittima stava per andare a prendere il figlio di 10 anni
“Una donna davvero per bene, un’amica e una professionista – aggiunge Maria Cristina, collega di Manuela -. Mai avremmo immaginato una cosa del genere perché mai ci aveva raccontato di liti o situazioni difficili. Erano separati da circa tre anni, ma nessuna crisi. È solo l’ennesimo, terribile, femminicidio”. Aveva da poco ottenuto il contratto – aggiunge un’altra collega, Maria Rita -. Stamattina abbiamo preso il caffè insieme, finalmente era tranquilla”. Poi il buio e l’atrocità.