Rula Jebreal tra paradossi e delirio, l’ultima sparata contro Meloni: “L’Italia come l’Iraq e l’Iran”
Ormai è un disco rotto, che puntualmente s’incanta sulle note di attacchi scomposti indirizzati a governo e premier, che arrivano dal coro di sinistra, e che i soliti aedi sparsi nei salotti tv, dove sono abituali ospiti di riguardo, non fanno altro che rilanciare a ogni occasione utile. Tra loro, in prima fila, Rula Jebreal. Ancora… Stavolta però la giornalista militante, opinionista schierata “contro” di professione, la spara più grossa del solito. E deviando dal dibattito sul tema del giorno – le elezioni in Francia – sposta il focus sulla libertà di stampa in Italia, a sua detta a rischio.
L’ultimo paradosso di Rula Jebreal a “In onda”: “L’Italia come l’Iraq e l’Iran”
E così, eccoci nuovamente alle prese con l’ultimo delirio registrato a favore di telecamera su La7, e firmato Rula Jebreal: giornalista palestinese e editorialista di Repubblica, solerte e abile nell’innestarsi con veemenza sull’orticello delle polemiche orchestrate a sinistra, e fertilizzate con nuovo fango mediatico. Tutto con buona pace dell’argomento di dibattito in cima alla scaletta della giornata politica che si voleva raccontare a In Onda; tutto pur di cavalcare l’ultimo cavallone del dissenso da celebrare sull’altare televisivo. Perché in fondo, poco importa ai soloni radical chic l’argomento da cui si parte. O provare a forzare la discussione spostando platealmente il focus del dibattito in onda per l’appunto, sbaragliando l’argomento in vetta alla scaletta televisiva e ai temi di giornata…
L’ultimo delirante attacco di Rula Jebreal alla Meloni
Proprio come assai poco sembrano contare, per gli interlocutori ospiti in studio di Luca Telese e Marianna Aprile, riscontri elettorali, successi internazionali e credibilità politica e diplomatica di governo e Paese. Risultati conseguiti sul fronte di economia e lavoro, gestione dei flussi e riconoscimenti mediatici che arrivano da più parti. Per loro, se ogni divagazione sul tema. Ogni iperbole accusatoria, possono essere utili a farneticare e delegittimare con ferocia verbale – ammantata col pannicello caldo della dialettica politica che ammette le licenze tutt’altro che poetiche di paradossi interlocutori nella narrazione – vale tutto. E ben venga: basta che nel centro del mirino ci siano esecutivo e Giorgia Meloni…
Una dissennata caccia al censore che colpisce in un solo colpo governo e giornalisti italiani
Così, la giornalista e scrittrice “anti tutto” – e anti-Meloni per eccellenza soprattutto – torna alla carica sulla presunta “mancata informazione” in merito all’esito delle elezioni legislative francesi. E sparando attacchi scomposti che nulla aggiungono di appropriato e di sapientemente critico al dibattito sempreverde sulla libertà di stampa italiana – incredibilmente paragonata a quella inesistente in Paesi dove vigono regimi illiberali – non solo Rula Jebreal spara sentenze inattendibili. Ma come scrive tra gli altri Il Giornale, riesce a infangare in una sola battuta di caccia al censore «sia il presidente del Consiglio. Sia l’intera categoria dell’informazione» di casa nostra. Ma stavolta non è la solita ramanzina su cui calare un pietoso velo di silenzio: stavolta la bella giornalista alza davvero il tiro e devia dal seminato. Sarà difficile per lei superare a breve il record…