Salviamo la Messa in latino: sul “Times” la lettera di scrittori e vip, sulle tracce di Agatha Christie
Riproponiamo anche noi la lettera aperta apparsa il 3 luglio scorso sul quotidiano britannico Times, in cui numerose personalità pubbliche hanno lanciato un appello a difesa della Messa cattolica tradizionale, sulla quale si addensano voci inquietanti di un’imminente “soluzione finale” da parte del Vaticano. Non è la prima volta che succede: già nel 1971 l’indulto emesso da San Paolo VI per la celebrazione della Messa tridentina in Inghilterra e Galles, arrivò dopo una lettera analoga, firmata da numerosi esponenti del mondo della cultura, capeggiati dalla scrittrice Agatha Christie (da cui il nome di “indulto di Agatha Christie” con cui quel provvedimento è ricordato).
Bianca Jagger e vip inglesi in difesa della Messa in latino
Ora a guidare il gruppo è Bianca Jagger, moglie di Mick Jagger, il frontman dei Rolling Stones. Ma degno di nota è anche Andrew Lloyd-Webber, produttore di numerosi musical celeberrimi fra cui Jesus Christ Superstar. A prima vista può sembrare singolare che un appello del genere sia firmato da personaggi noti per tutto fuorché per la loro vicinanza alle sacrestie. In effetti, ciò che preoccupa i firmatari è innanzitutto il pericolo della perdita di un patrimonio di bellezza inestimabile. Del resto, la musica occidentale, ivi compresa quella rock, non esisterebbe senza la musica sacra. La quale, a sua volta, è stata un abito cucito appositamente per l’antico rito della Messa: scala musicale, pentagramma, ogni elemento tecnico sono stati approntati dai chierici per far si che le durante le liturgie il canto fosse davvero degno di quello degli angeli e solo in seguito sarebbe nata una musica profana che ereditò quelle stesse basi.
Il paradosso: sono i non cattolici ad essere sgomenti per la possibile fine della Messa in latino
Lo stesso vale per l’architettura e l’arte (e l’intima connessione fra liturgia, musica e architettura è evidente a chiunque assista ad una celebrazione nel Vetus Ordo in una chiesa medievale o barocca) e, in generale, tutto il paesaggio all’interno del quale si è mossa la nostra storia. Oggi come nel 1971 sono principalmente i non cattolici ad assistere preoccupati e sgomenti all’abbattimento di un pilastro che tiene in piedi l’intera costruzione della nostra civiltà. Abbattimento operato da chi quel pilastro dovrebbe custodire e difendere. Ma la lotta tra la Luce e le tenebre è piena di colpi di scena e sorprese, e gli alleati della Luce possono essere i più inaspettati. Del resto, non ci ripetono sempre che lo Spirito Santo soffia dove vuole?
La lettera apparsa sul “Times” il 3 luglio
“Egr. Signor Direttore,
il 6 luglio 1971 il The Times ha pubblicato un appello a Papa Paolo VI in difesa della Messa tradizionale in latino firmato da scrittori e artisti cattolici e non cattolici, tra cui: Agatha Christie, Graham Green, Barbara Hepworth e Yehudi Menuhin. Tale appello divenne noto come “lettera di Agatha Christie”, perché si dice che fu il suo nome a spingere il Papa a rilasciare un indulto, o permesso, alla celebrazione della Messa Tradizionale in latino in Inghilterra e nel Galles. La lettera sosteneva che “il rito in questione, nel suo magnifico testo latino aveva anche ispirato opere straordinarie… di poeti, filosofi, musicisti, architetti, pittori e scultori di tutti i paesi e di tutte le epoche. Appartiene quindi alla cultura universale.“
“L’antico rito è un tesoro non replicabile”
“Recentemente sono arrivate notizie preoccupanti da Roma secondo cui la Messa in latino sarà bandita da quasi tutte le chiese cattoliche. Questa è una prospettiva dolorosa e disorientante soprattutto per il numero crescente di giovani cattolici la cui fede è stata nutrita da essa. La liturgia tradizionale è una “cattedrale” di testi e di gesti, che si è sviluppata nel corso di molti secoli, così come hanno fatto anche questi venerabili edifici. Non tutti ne apprezzano il valore e va bene così; ma distruggerlo sembra un atto inutile e insensibile in un mondo in cui la Storia può scivolare via troppo facilmente ed essere dimenticata. La capacità dell’antico rito di incoraggiare il silenzio e la contemplazione è un tesoro non facilmente replicabile e, una volta scomparso, impossibile da ricostruire. Questo appello, come quello precedente, è “del tutto ecumenico e apolitico”. Tra i firmatari vi sono cattolici e non cattolici, credenti e non credenti. Imploriamo la Santa Sede di riconsiderare ogni ulteriore restrizione all’accesso a questo magnifico patrimonio spirituale e culturale”.