Serena Bortone sospesa per sei giorni per il caso Scurati. Delirio a sinistra: “TeleMeloni non fa prigionieri”
La Rai ha deciso di procedere con la sospensione per 6 giorni della giornalista Serena Bortone a seguito del caos nato lo scorso aprile sull’ospitata dello scrittore Antonio Scurati nel suo programma “Che sarà”. Il provvedimento era nell’aria a seguito dell’apertura di un procedimento disciplinare nei suoi confronti il 9 maggio scorso. In quell’occasione l‘Ad Roberto Sergio e il dg Giampaolo Rossi spiegarono che non ci fu censura. Ad Antonio Scurati «non è stata vietata né la partecipazione né la lettura del monologo» a CheSarà. È stato invece lo scrittore a decidere di non prendere più parte alla trasmissione, la cui partecipazione era prevista «a titolo gratuito». Perché «interessato a un periodo di promozione di una graphic novel prenotabile dal 19 aprile e di una fiction tratta dalla sua opera».
Bortone impegnerà il provvedimento?
A quanto apprende l’Adnkronos, la sospensione di sei giorni comminata dalla Rai a Serena Bortone avrà “effetto immediato”. A patto però che la giornalista non decida di opporsi attraverso un ricorso. Qualora infatti la Bortone decidesse di opporsi, il provvedimento nei suoi confronti verrebbe automaticamente sospeso. Per ora la Bortone non ha replicato. Il provvedimento è stato consegnato alla giornalista, sempre a quanto apprende l’Adnkronos da fonti aziendali, “per aver pubblicato un post su vicende interne senza aver ottenuto la necessaria autorizzazione, in violazione delle norme aziendali”. Serena Bortone, a quanto si apprende, farà ricorso. Questo comporterà, nel momento in cui la decisione venisse impugnata, una sospensione dell’efficacia della sanzione fino alla decisione definitiva.
Il provvedimento contro Serena Bortone per il caso Scurati
L’ad spiegò il motivo della lettera di contestazione alla conduttrice sotto accusa proprio per il post su Instagram: in cui diceva che l’intervento di Scurati sul 25 aprile era stato «annullato dalla Rai». Ne nacque un polverone politico sfociato nelle solite litanie contro la presunta TeleMeloni. Per questo il provvvedimnento disciplinare verteva proprio sulla «scorrettezza» della Bortone, interpretata come un «danno d’immagine» all’azienda. Di qui l’esito odierno del provvedimento. Già prima dell’ufficializzazione della sospensione da parte dell’azienda a sinistra avevano iniziato ad insultare e a sragionare: “Questo di Telemeloni ormai è un gruppo dirigente senza freni”, esplode Sandro Ruotolo. Il responsabile Informazione della segreteria nazionale del Pd va fuori di testa: “Assume amici e parenti, punisce l’antifascismo. Chiediamo a tutte le opposizioni di costruire insieme il futuro del servizio pubblico. Fuori la politica da viale Mazzini”.
Ruotolo e compagni vanno in tilt
Attaccano i parlamentari Pd della commissione bicamerale di Vigilanza Rai: “Una brutta pagina per la Rai, una brutta pagina per il servizio pubblico. Che sanziona una sua professionista per aver contestato un’ingiusta imposizione. Chi dovrebbe essere sanzionato per aver messo il bavaglio a una voce libera agisce ancora liberamente e indisturbato”. Ciò che proprio va giù loro è la verità dei fatti. Scurati non fu censurato come si dimostrò, carte e scaletta alla mano”. E nelle scorse settimane, alla Festa del Foglio, Roberto Sergio aveva rincarato la dose affermando che, a suo parere, la giornalista avrebbe meritato il licenziamento: «A nessun dipendente di nessuna azienda sarebbe consentito di dire cose contro l’azienda in cui lavora».
Le lagne della sinistra: “TeleMeloni non fa prigionieri”
Ma questo particolare e i contorni della vicenda interessano poco a sinistra. E’ un profluvio di insulti, Parte Peppe De Cristofaro di Avs, componente della commissione di Vigilanza Rai: “TeleMeloni colpisce ancora e non fa prigionieri”. Segue la senatrice dem Simona Malpezzi che ha parlato addirittura di una “vergogna senza precedenti. La scelta di chi si sente padrone delle istituzioni pubbliche”.