Sovraffollamento delle carceri e minori, Nordio: “La pena non è solo sbarre e catenacci”
Garantismo, certezza della pena e pene alternative. “Partendo dal concetto che noi ci consideriamo garantisti, nel senso che siamo attenti al principio di presunzione dell’innocenza, nel limitare la carcerazione preventiva e attuando tutte le possibili garanzie degne di un Paese civile; allo stesso tempo nel garantire la certezza della pena”. Così il ministro della Carlo Nordio a Milano nel suo intervento al convegno ‘Oltre le sbarre, la vera libertà’.
Nordio: la certezza della pena non è solo sbarre
Quando però si parla di pena – ha ribadito il Guardasigilli – non significa soltanto carcerazione, sbarre e catenacci. “Nel Diritto penale moderno la pena va rimodulata secondo vari criteri e tenendo conto delle persone che la devono subìre. Non tutti i reati sono uguali, così come i rei. Abbiamo un’alfa e un’omega – ha detto Nordio – e tra queste ci sono detenuti che più che essere criminali sono malati. In questa zona grigia, in particolare, si colloca la situazione della cosiddetta delinquenza minorile. Una situazione difficile e precaria, perché è in grande evoluzione”.
L’invasione dei minori va gestita
“La capacità carceraria in Italia – ha ricordato – è sempre stata costruita tenendo conto di una minoranza molto notevole di detenuti minori. Poi, però, improvvisamente ci siamo trovati di fronte quasi a un’invasione di minorenni che arrivano anche da altri Paesi”. Un fenomeno – ha chiarito – che segue anche una disordinata immigrazione. “Spesso le organizzazioni criminali inseriscono nella barche lasciate alla deriva molti bambini e ragazzi sotto ai 18 anni. Che vengono inseriti anche per motivi sciagurati, per provocare pietà ed esercitare una sorta di ricatto morale. Per cui alcuni di quelli che arrivano in Italia vengono accolti. Altri vengono lasciati a sé stessi e non avendo lavoro e famiglia sono costretti a dedicarsi alla microcriminalità. Ed entrano nel circolo della droga”.
Differenziare la pena come vuole la Costituzione
“Da sempre – ammette – abbiamo avuto un sovraffollamento delle carceri, che è una situazione difficile da risolvere in pochi anni. Addirittura esasperata per i minorenni a causa dell’aumento esponenziale di ospiti e detenuti. Questo ci ha colti impreparati, se non proprio sorpresi”. Cosa fare? “Tenendo presente che il principio della certezza della pena impedisce il buonismo ingiustificato – avverte Nordio- se lo Stato rinuncia a punire perché non è in grado di punire si tratta di una sconfitta”.
Abbandonare la concezione carcero-centrica
E allora “la soluzione per i minori consiste innanzitutto nella differenziazione della pena e soprattutto nella concezione di una pena rieducativa, così come vuole la Costituzione. Una pena nuova, che passi da una concezione carcero-centrica a una diversa che sia si sanzionatoria e limitativa della libertà, ma anche efficace nel recupero del detenuto”. E qui “il discorso è estremamente complesso perché da un lato occorrono strutture edilizie adeguate. Ma anche risorse umane adeguate nel numero e nelle competenze. Che abbiano la capacità di trattare con i minori e che siano supportate da personale adeguato per l’assistenza psicologica”.