Trump a Milwaukee: “Dio onnipotente mi ha salvato”. Poi il finale col botto e Melania sul palco

19 Lug 2024 8:15 - di Stefania Campitelli

“Correrò per essere il presidente di tutta l’America, non per metà America”. Donald Trump davanti alla folla di Milwaukee accetta formalmente la nomination repubblicana per le presidenziali del 5 novembre. Un’ora e mezza di discorso (un record)  di fronte all’America cambiata dopo l’attentato,  accompagnato dalla  moglie Melania, i figli e i nipoti. “Sono qui grazie a Dio Onnipotente”, dice Trump  che ringrazia per il “travolgente supporto” ricevuto dopo l’attentato. “Il proiettile dell’assassino era a centimetri dal togliermi dal vita. In tanti mi hanno chiesto cosa sia successo: dirò esattamente cos’è accaduto, non lo sentirete da me una seconda volta perché è troppo doloroso raccontare”, dice il leader tycoon con l’orecchio destro ancora bendato.

Trump: Dio mi ha salvato non dovevo essere qui

“Sono salito dal palco, tutti erano felici. Dietro di me, a destra, un grande schermo mostrava un cartello con i dati relativi all’immigrazione nel mio mandato. Mi sono girato verso destra, ero pronto a girarmi ancora un po’. Per fortuna non l’ho fatto. Ho sentito un sibilo e qualcosa mi ha colpito in maniera violenta all’orecchio destro. Mi sono detto: ‘Cos’è? Può essere solo un proiettile’. Ho portato la mano all’orecchio, c’era sangue dappertutto. Sapevo di essere sotto attacco, sono andato a terra, altri proiettili fischiavano”, dice Trump  nel totale silenzio dell’arena.

“Nessuno si è mosso, nessuno è scappato”

“Gli agenti del Secret Service sono piombati sul palco, sono persone eccezionali, hanno corso un grande rischio. Mi sono piombati addosso per proteggermi. Il sangue era ovunque, ma mi sono sentito al sicuro perché Dio era con me, l’ho sentito. Se non avessi mosso la testa prima dello sparo, io non sarei qui stasera. La cosa più straordinaria è che nessuno è scappato. Poi, tutto si è fermato. I tiratori dei Servizi Segreti hanno eliminato il cecchino con un solo proiettile. I volti delle persone erano tristi, pensavano che fossi morto. Ho voluto dare un segnale, ho alzato il pugno e ho cominciato a urlare ‘Fight! Fight! Fight!’. Con il mio pugno alzato, la folla si è resa conto che stavo bene e ha ruggito come mai ho sentito in vita mia. Non ho mai sentito niente del genere”.

“Basta con la caccia alle streghe”

Poi delinea la sua missione e i toni si fanno più forti. “Non dobbiamo criminalizzare il dissenso politico, come è accaduto. Bisogna smettere di usare il sistema giudiziario come un’arma e etichettare l’avversario come un nemico della democrazia”, dice. Non mancano riferimenti alle inchieste e ai processi che riguardano lui e la sua famiglia: “Una caccia alle streghe”, ripete. “Con la nostra leadership gli Stati Uniti saranno rispettati di nuovo.  La nostra economia ripartirà, i nostri confini saranno sicuri, riporteremo legge e ordine nelle strade, il patriottismo tornerà nelle scuole. Ripristineremo pace e stabilità nel mondo”. 

Con me alla Casa Bianca mai più guerre

Seguono una dietro l’altra le accuse a Joe Biden, sempre più in bilico nella corsa alla Casa Bianca. “L’inflazione sta distruggendo la nostra gente, non si può vivere così. Faremo scendere i prezzi dell’energia”, dice annunciando l’avvio di trivellazioni massicce. Quindi accende i riflettori sul tema dell’immigrazione con l’arrivo di “una massa di persone illegali che rubano il lavoro a neri e ispanici”. Poi la promessa: con me mai più guerre. “L’orribile guerra tra Russia e Ucraina, non sarebbe mai accaduta con me presidente e la guerra provocata dall’attacco contro Israele . L’Iran con me era in rovina, negli ultimi 2 anni ha guadagnato 250 miliardi di dollari ed è vicinissimo ad un’arma atomica: incredibile quanti danni ha fatto Biden”. Sul fronte dell’immigrazione Trump lancia “la più grande operazione di deportazione nella storia del nostro paese.

“Abbiamo sconfitto l’Isis”. Poi Melania sul palco

Trump snocciola i propri meriti sul piano internazionale. “Abbiamo sconfitto l’Isis al 100% in Siria e Iraq, lo abbiamo fatto in un paio di mesi”. Poi il saluto finale quando è stato raggiunto sul palco da tutta la famiglia. La prima a salire è stata Melania, che gli si è avvicinata. Trump prova a darle un bacio sulle labbra, ma lei gli offre la guancia. Infine una cascata di palloncini bianco, rosso e blu sulle note di “Nessun dorma” della Turandot.

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