Trump sferza Biden con l’ironia: ha fatto errori, ma non un disastro. Poi la sfida: facciamo un test cognitivo insieme?

12 Lug 2024 21:51 - di Redazione
Trump Biden

Trump provoca, ma assottigliando il tiro. Più che una bordata, una stilettata la sua: e sulla sequela di gaffe e lapsus in cui il presidente Biden è incappato ancora una volta, per l’occasione nella conferenza stampa di ieri al vertice Nato di Washington, il tycoon commenta: «Non è stata un disastro». «Per lui non è finita»… Anzi, di più: «Ieri sera non è stato eccezionale. Mi ha chiamato suo vicepresidente e, tra l’altro, non l’ha fatto in modo sarcastico. Se lo avesse fatto in modo sarcastico, sarebbe stato grandioso, ma non è stato fatto in modo sarcastico», sottolinea Trump tra il serio e il faceto. Biden, ha anche aggiunto, «ha fatto un bel po’ di altri errori. Ma non è stato un disastro totale», ribadisce Trump al programma radiofonico The Clay Travis and Buck Sexton Show. «Non è la fine per lui, perché quando controlli i delegati, non è mai la fine», ha aggiunto poi un po’ più seriosamente lo sfidante.

Trump sferza Biden con ironia

Sarà perché preferisce Biden a Kamala Harris come competitor, anche se, sulla rivale in fieri Trump sentenzia: «È una sfidante ‘più facile da vincere rispetto a Joe Biden». O forse perché gaffe e incongruenze degli interventi di Biden sembrano spianargli di più il terreno che lo distanziano dalla Casa Bianca… Fatto sta che Biden, oggi, ha scelto la via della delegittimazione soft del suo avversario. Salvo poi suggerire all’attuale inquilino della Casa Bianca Joe Biden di sottoporsi insieme a lui a dei test cognitivi. «Sono fantastico sul piano cognitivo, sono perfetto, ho fatto dei test. Faccio dei test di routine», ha detto Trump. «Ho appena fatto una visita medica e ne sono uscito perfetto. Annunceremo presto i risultati», ha detto Trump al programma radiofonico che l’ha ospitato.

Ma i colleghi di partito del presidente Usa sono ben più pungenti…

E Biden? Biden è da tutt’altra parte. Alle prese con l’onda crescente dei deputati democratici che gli chiedono pubblicamente di fare un passo indietro e di ritirarsi dalla corsa alle presidenziali di novembre. Una richiesta che il presidente Usa insiste a non voler prendere in considerazione: né dopo gli affondi del rivale Trump. Né sulla base del pressing dem che colpisce altrettanto ai fianchi…

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