Uccise il padre per salvare la madre, la Cassazione dispone l’appello bis per Alex Pompa. Il legale: la pena era ingiusta

5 Lug 2024 17:50 - di Redazione
Alex Pompa uccise il padre

Assolto in primo grado per legittima difesa, e poi condannato in Appello a sei anni e due mesi. E ora, la decisione dei supremi giudici della prima sezione penale della Cassazione, che accogliendo la richiesta della procura generale della Cassazione, hanno annullato con rinvio la sentenza impugnata disponendo un Appello bis. Un percorso da montagne russe, quello che segna le tappe giudiziarie della vicenda che vede al centro di un tortuoso cammino processuale il giovane Alex Pompa, il ragazzo che nell’aprile del 2020 uccise a coltellate il padre a Collegno, in provincia di Torino, al culmine dell’ennesima lite familiare per difendere la madre.

Alex Pompa, uccise il padre per difendere la madre: la Cassazione dispone l’appello bis

Dunque, secondo quanto appena disposto dalla Suprema Corte, per lui ci sarà un nuovo processo d’Appello: assolto in primo grado per legittima difesa, Alex, che ora porta il cognome della madre, Cotoia, era stato condannato il 13 dicembre del 2023 a sei anni e due mesi dalla Corte di Assise di Appello di Torino. I supremi giudici della prima sezione penale della Cassazione, accogliendo la richiesta della procura generale della Cassazione, hanno annullato con rinvio la sentenza impugnata. E, contestualmente, hanno disposto un Appello bis.

«La motivazione della pronuncia di Appello deve essere massimamente rafforzata»

«È evidente la necessità di una motivazione rafforzata davanti a un ribaltamento così evidente rispetto alla prima pronuncia – aveva sottolineato il sostituto procuratore generale della Cassazione Marco Dall’Olio nella requisitoria davanti ai giudici della Prima Sezione Penale –. La motivazione della pronuncia di Appello deve essere massimamente rafforzata: il primo giudice assume come attendibili le testimonianze della madre e del fratello di Alex. Mentre i giudici d’appello con la sentenza hanno disposto l’invio degli atti in procura per falsa testimonianza. Partendo dal presupposto che si è trattato di un giorno di ordinaria violenza nella sentenza di Appello non è dato comprendere cosa abbia scatenato la condotta di Alex». Nel corso del giudizio di Appello una pronuncia della Consulta, a cui si erano rivolti i giudici torinesi, aveva permesso l’applicazione della prevalenza di alcune attenuanti sulle aggravanti.

Il legale di Alex Pompa: «Felice per l’appello bis»

«La requisitoria del procuratore generale ci aveva dato molte speranze», ha commentato invece l’avvocato Claudio Strata, difensore di Alex Pompa, dopo la sentenza della Cassazione che ha disposto un appello bis. Il legale ha parlato giustamente di «motivazione della sentenza d’appello molto povera, che non aveva preso in considerazione la stragrande maggioranza degli elementi probatori di carattere oggettivo. Questo era il punto su cui anche noi facevamo molto affidamento. Noi restiamo convinti che la sentenza di primo grado fosse corretta. E che quella di secondo grado fosse partita da una posizione di estremo rigore. Se non addirittura da una posizione preconcetta».

«Ho sempre considerato la pena ingiusta»

Assolto in primo grado per legittima difesa, Alex che nell’aprile del 2020 uccise a coltellate il padre al culmine dell’ennesima lite familiare per difendere la madre, e che ora porta il cognome della donna, Cotoia, era stato condannato il 13 dicembre del 2023 a sei anni e due mesi dalla Corte di Assise di Appello di Torino. «Sono estremamente felice – commenta il penalista –. Ero preoccupato che Alex dovesse costituirsi e andare a scontare la pena che ho sempre considerato ingiusta. Continuo a pensare che non se la meriti. Ora aspettiamo il giudizio davanti a un’altra sezione, con un po’ più di fiducia».

 

 

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