Ue, von der Leyen alla prova del bis a Strasburgo: caccia al voto tra attese e incognite

18 Lug 2024 9:34 - di Ginevra Sorrentino
von der Leyen al voto

Oggi a Strasburgo Ursula von der Leyen si gioca la rielezione e l’Unione Europea una buona parte della sua credibilità internazionale. La presidente designata punta al bis con almeno 380 voti, e resta in attesa di un segnale sul voto di FdI dalla premier Meloni. Intanto, mentre sui media imperversano speculazioni e pronostici, ipotesi e smentite che alimentano il dibattito in merito alla scelta di Fratelli d’Italia di dare via libera a Ursula von der Leyen a presidente della Commissione Ue o astenersi – diventato oggetto di tante congetture su tutti i quotidiani – fa fede quanto riassunto esaustivamente e dichiarato ieri dal capogruppo di FdI alla Camera Tommaso Foti.

Ue, von der Leyen alla prova a Strasburgo: caccia al voto

Il quale appena 24 ore fa, senza troppi preamboli e perifrasi, ha asserito: Con la presidente della Commissione Ue e spitzenkandidat del Ppe «il confronto è stato franco. La disponibilità si verificherà sul programma che von der Leyen presenterà». E ancora: «Elementi di assonanza ci sono stati: penso alla disponibilità a nominare un commissario per la sburocratizzazione; aperture sull’immigrazione. Il voto quasi plebiscitario per Roberta Metsola, presidente del Parlamento, qualcosa dice. Aspettiamo giovedì (il voto sarà oggi alle 13 ndr). Mi pare la strada migliore per assicurare trasparenza sia a chi vota. Sia all’opinione pubblica».

La presidente designata punta al bis con almeno 380 voti

Intanto, di prima mattina, le linee guida per la prossima Commissione sono arrivate sul tavolo dei gruppi politici. Poi parlerà la presidente, candidata a succedere a se stessa per un altro quinquennio. Dopodiché ci sarà una pausa e i gruppi si riuniranno, per decidere come votare. Dalle 13, gli eurodeputati voteranno, a scrutinio segreto. I risultati verranno annunciati nel primo pomeriggio.

von der Leyen al voto tra Meloni, la variabile Verdi, e la ricerca di una quadratura del cerchio

Per essere eletta, von der Leyen dovrà ottenere almeno 361 voti. Sulla carta ne ha 401, la somma di Ppe, S&D e Renew. Ma si stima un tasso di franchi tiratori pari al 10-15%. Ad incoronarla non saranno i 562 voti incassati da Roberta Metsola, ma la presidente uscente punta a superare quota 380. Di conseguenza, se vuole essere rieletta, deve allargare la sua base di voto. Lo farà nel nome di un programma camaleontico, disegnato guardando a Ecr su alcuni argomenti e ai Verdi su altri? Il vero rebus, per Ursula, sarà quello dei contorni della sua maggioranza: una variabile che verterebbe su un tripartito composto da Ppe, Socialisti e Renew, o un quadripartito con l’aggiunta dei Verdi?

Ufficialmente gli ecologisti decideranno solo oggi, sulla base delle linee guida e di cosa dirà la von der Leyen. I Verdi continuano a spingere perché la maggioranza venga allargata formalmente anche a loro. La delegazione più dubbiosa tra gli ecologisti è quella dei francesi, che potrebbe non votarla.

Foti sulla posizione di FdI e Meloni

Nell’Ecr, che andrà in ordine sparso, sembrano orientati a votarla i fiamminghi dell’N-Va e i cechi dell’Ods. Mentre i polacchi del Pis non la voteranno di sicuro, come ha detto l’ex premier Beata Szydlo. Fratelli d’Italia finora hanno mantenuto il riserbo più assoluto: anche oggi il copresidente dell’Ecr Nicola Procaccini ha ripetuto che una decisione non c’è ancora. E, anche se ci fosse, con ogni probabilità non verrebbe comunicata prima. Ma non è un mistero che per Ecr – come sempre ribadito dalla premier Meloni – a contare nella decisione saranno i contenuti, i programmi.

Una linea ribadita sempre ieri anche da Foti. Che quanto al voto dei 24 europarlamentari di FdI al bis di von der Leyen, è tornato a ribadire:  «È una decisione che sarà assunta sulla base della concretizzazione degli impegni che ci aspettiamo la presidente prenda. È evidente, però, che se si riproporrà il modello degli ultimi cinque anni, verso il quale il nostro dissenso è aperto. O se addirittura lo si irrigidirà, non ci sarà spazio per noi. Trovo impossibile che von der Leyen possa contare sui voti dei Verdi e sui nostri».

Ue, Foti: «No a desertificazione industriale, per noi elemento dirimente»

«Sotto il profilo personale Giorgia Meloni come Presidente del consiglio ha sempre avuto buoni rapporti con von der Leyen. Ma qui è un discorso di prospettiva dell’Unione europea che non può prescindere dal risultato elettorale delle urne dello scorso giugno. Se all’interno della maggioranza venuta fuori dalle europee crescono i Popolari, molto critici verso il Green deal, e calano i Socialisti, fan del Green deal, qualcosa vuol dire. Non vogliamo demonizzare il Green deal, ma occorre fare una scelta ben precisa di realismo per evitare di creare una desertificazione di politica industriale in Europa. Per noi questo è un elemento dirimente», ha confermato una voltas di più questa mattina Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, intervenendo in diretta su Radio anch’io.

Per Meloni «prima viene l’Italia. E questo il presidente del Consiglio ce l’ha molto chiaro»

Quel che è certo è che per Meloni, come ha ricordato sempre Foti, «prima viene l’Italia. E questo il presidente del Consiglio ce l’ha molto chiaro. Naturalmente potrà gestire meglio la trattativa se non dovrà guardarsi alle spalle». E a proposito di guardarsi alle spalle e della von der Leyen, nella tarda serata di ieri gli eurodeputati di Left hanno chiesto che venisse rinviato il voto, previsto per oggi, per la sua riconferma alla presidenza della Commissione europea. «In seguito alla sentenza della Corte di giustizia europea, The Left chiede il rinvio dell’elezione di Ursula von der Leyen a Presidente della Commissione».

Intanto gli eurodeputati di The Left chiedono il rinvio voto su Von der Leyen

E ancora. «La Corte europea ha stabilito che la mancata divulgazione di informazioni rilevanti è illegittima, il che ha un impatto significativo sulla rielezione della Presidente della Commissione von der Leyen prevista»’, si legge in una nota. Gli eurodeputati della sinistra chiedono alla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, di chiedere ai servizi legali del Parlamento di valutare se la votazione di oggi debba essere rinviata fino a quando la Commissione europea non avrà divulgato i documenti pertinenti», prosegue la nota. Ma intanto la presidente al voto sta esponendo nel suo discorso programmatico le linee guida per il secondo mandato: una trentina di pagine pubblicate poco fa.

 

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