Altro che bufale e veleni d’estate: il primo sondaggio dopo le ferie premia FdI e la Meloni
Dopo un’estate passata a dare la caccia alla premier e a imbastire gossip e retroscena su vacanze, vicende familiari e dintorni, il primo sondaggio dopo le vacanze estive della politica italiana arriva come uno schiaffo in piena faccia sferrato dagli elettori al volto multiforme della sinistra in cerca di un campo largo che non arriva mai a fissare paletti e confini. L’unico recinto in cui, anche nella clausura estiva, si è mossa l’opposizione infatti, è quello delle caccia alle streghe e delle recriminazioni indiscriminate sparate con il fucile puntato sulla maggioranza e sui suoi equilibri a cui la sinistra pensava di poter dare una spallata col dibattito su Ius scholae e Ius soli.
Alla faccia di tanto rumore per nulla, invece, niente di fatto invece: i dati dell’indagine firmata dall’Istituto Piepoli, non lasciano adito a dubbi su cosa realmente interessi agli elettori e su chi confermano di voler puntare (come su chi continuano a nutrire sfiducia e diffidenza).
Il primo sondaggio dopo l’estate conferma le preferenze per la maggioranza di centrodestra
E allora: eccoli qui, riassunti a grandi linee e poi riportate nel dettaglio di cifre re riscontri. Numeri che, con l’attendibilità della matematica percentuale, asseverano indicazioni di voto e preferenze politiche. Sale Fratelli d’Italia, cala il Pd, il Movimento 5 Stelle resta stabile ma, nell’eterno conflitto in corso tra i vertici pentastellato, Conte assesta un colpo al garante rosicchiando posizioni alla voce sul consenso personale. I dati vengono presentati dalla tribuna del talk di La7 Omnibus, e confermano che – a detta di Piepoli – FdI resta abbondantemente il primo partito con il 28,5%, guadagnando lo 0,5.
Sondaggio Piepoli: sale FdI, si riduce il divario tra FI e Lega
Nel centrodestra, si riduce il divario tra Forza Italia e la Lega. Il partito di Antonio Tajani, forse a causa delle polemiche sullo Ius scholae, paga lo scotto del malcontento e perde mezzo punto, scendendo all’8,5%. Mentre il partito di Matteo Salvini resta saldo all’8%. A chiudere il gruppo dell’alleanza di governo poi c’è Noi Moderati di Maurizio Lupi, stabile all’1 per cento tondo.
Note dolenti a sinistra, ma Conte vince la sua personale guerra con Grillo
Ma è nel capitolo del centrosinistra che le noti sai fanno dolenti. Lì, nel sempre più fantomatico “campo largo” che pezzi i pezzi ogni ora (e ogni polemica) che passa, il Partito democratico arretra perdendo 0,5 punti, arrestandosi al 22,5% (-0,5). Che rappresenta comunque sempre quasi il doppio del M5S, arenato all’11%, con Alleanza Verdi e Sinistra che guadagna lo 0,5 (ora al 6,6%) così come Azione (3,5%, sempre +0,5). Fermi al 2,5% gli ex alleati alle ultime Europee (finite senza aver superato la soglia di sbarramento peraltro), Italia Viva di Matteo Renzi (tra i più attivi negli attacchi a orologeria indirizzati a Arianna Meloni, che l’ha smentito punto per punto) e +Europa di Bonino e Riccardo Magi, entrambi al 2,5 per cento.
Fiducia nei leader, Meloni si conferma la “prima della classe”
Insomma, colpi alle opposizioni in cerca di un campo largo che non decolla mai a parte, nessuno scossone al quadro politico generale, che non solo conferma lo status quo, ma, nella voce che va ad indicare la fiducia nei leader, ribadisce la netta supremazia del premier Meloni che, come scrive Libero sul sondaggio, « resta di gran lunga la prima della classe con il 43%, anche se con un punto lasciato per strada». Alle sue spalle, ma a debita (e netta) distanza troviamo Tajani con il 33%. E solo dopo Conte ed Elly Schlein: il primo rilanciato dalla visibilità che gli scontri fratricidi con Grillo, vuoi o non vuoi, gli stanno concedendo. La seconda sparita dai radar di un’estate che doveva essere “militante” ma che invece ha dimostrata più che altro quanto Elly si sia stata “latitante”, nel senso di “non pervenuta”. Almeno agli elettori interpellati dal sondaggio.
I due ami-nemici di Pd e M5S, allora, crescono entrambi di 2 punti percentuali salendo al 31%, davanti a Salvini al 29 per cento. Alle loro spalle, ma sempre a debita distanza, Nicola Fratoianni di Sinistra italiana e Angelo Bonelli dei Verdi, che scalano posizioni salendo al 22% (e guadagnando il 2% a testa).