Angela Carini: “Mai preso un colpo così, mi dovevo tutelare. Meloni? Ho sentito il sostegno della mia Nazione”
“Io i pugni li conosco bene. Ho combattuto da quando ero piccola. È il mio lavoro. Sono sul ring da quando avevo 12 anni, ho scambiato i pugni anche con ragazzi. Stasera ho preso due colpi al viso e al naso. Sono andata all’angolo, ho detto al maestro: “Non riesco più a respirare, mi ha fatto troppo male…”. All’indomani del match con l’algerina iperandrogina Imane Khefil, Angela Carini in sostanza chiarisce, ribadendo di non voler giudicare la condizione della rivale, di aver capito subito che non si tratta di un incontro come gli altri: “Ho preso un colpo fortissimo. Non avevo mai preso un colpo così. Mi dovevo salvaguardare”.
Angela Carini come Brianda Cruz: la testimonianza delle donne che hanno combattuto contro Imane Khelif
Nella sua testimonianza, resa al Giornale, si avverte l’eco della parole della collega messicana Brianda Tamara Cruz Sandoval, che commentò il suo incontro con Khefil spiegando che “i suoi colpi mi hanno fatto molto male, non credo di essermi mai sentita così nei miei 13 anni da pugile, nemmeno combattendo contro sparring partner uomini”. Sarà pure, come si è affannata a ripetere la sinistra nel corso delle polemiche di questi giorni, che Khefil non è imbattibile, ma le donne che si sono scontrate con lei avvertono che un’anomalia si percepisce eccome. “Mi conosco, sono un pugile esperto e ho pensato: se non esco finisce male”.
“Brividi ed emozioni” per l’incontro con Meloni e l’invito di La Russa: “Ho sentito il sostegno della mia nazione”
Devo salvaguardare me stessa”, “ho pensato: fregatene di tutto, ragiona con la tua testa e continua ad essere te stessa”, spiega ancora Angela, chiarendo di aver provato dei “brividi” per l’incontro con Giorgia Meloni e per l’invito al Senato di Ignazio La Russa:
“Mi sono sentita molto sostenuta dalla mia nazione. Brividi ed emozione”. Dunque, come già fatto a caldo dopo aver abbandonato l’incontro, Carini conferma che la sua decisione non è stata dettata da fattori esterni.
Il colloquio tra Meloni e il presidente del Cio
Il caso di Imane Khelif e il tema delle regole per garantire equità nelle gare sportive è stato affrontato da Meloni anche nel corso di un incontro che ha avuto a Parigi con il presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Thomas Bach, del quale ha dato notizia Palazzo Chigi. “Il presidente Meloni e il numero uno del Cio Bach hanno concordato che Governo e Comitato Olimpico Internazionale rimarranno in contatto per valutare come affrontare la questione per il futuro”, si legge nella nota, che spiega che “al centro del colloquio uno scambio di vedute sull’andamento dei Giochi e sullo stato di preparazione delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026”.
Pregiudizi e condizionamenti? “Assolutamente no”
È vero, ammette Angela Carini, che si è “trovata in mezzo” a una bufera, ma non è stata condizionata: “No, assolutamente no”, ribadisce con forza a Hoara Borselli, che firma l’intervista. “Non avevo nessuna paura. La paura non fa parte del mio atteggiamento sportivo. Avete visto le immagini prima dell’incontro: il mio sorriso, la mia voglia di salire sul ring. Io sono una lottatrice, una guerriera. Io quando combatto voglio far vedere che sono Angela…”, aggiunge la 25enne di Afragola, atleta delle Fiamme Oro, salita sul ring pensando al padre, che “era tutto per me” e che le ha insegnato a “lottare, lottare, lottare” e “con pieno rispetto della mia avversaria”. “Le mie lacrime – dice – erano di rabbia”.
“Ho sempre rispetto per le avversarie, non giudico: le regole le fanno gli altri”
“Ho sempre rispetto per le avversarie”, aggiunge, chiarendo di conoscere Khefil “da tanti anni. Poi si è saputo di questa situazione. Quando fu esclusa dal mondiale. Partecipavo anch’io a quel mondiale… Però non avevo mai avuto modo di combattere con lei”. Pregiudizi? “Assolutamente no”, afferma con decisione Angela Carini, rifiutando poi di rispondere alla domanda se sia stato giusto o meno dover combattere contro l’algerina perché “non sono nessuno per giudicare. Io combatto, do i pugni e li prendo. Altri fanno le regole. Il giudizio spetta agli altri. Io sono salita sul ring e ho fatto il mio dovere”.