Arianna Meloni, Gelmini: “Mi preoccupa l’assedio mediatico-giudiziario, come con Berlusconi”
“Ho letto con attenzione l’editoriale di Alessandro Sallusti e lo scenario che prospetta è oggettivamente preoccupante”. Così in un’intervista al Giornale Maria Stella Gelmini che, dal fronte dell’opposizione, ammette che spesso in passato l’assedio mediatico-giudiziario ha condizionato la vita politica, “facendo cadere governi, distruggendo carriere, famiglie, imprese. Spesso senza neanche una sentenza di condanna in primo grado”. La senatrice, portavoce di Azione, commenta così il caso Arianna Meloni scoppiato nel mezzo delle ferie agostane.
Gelmini: scenario preoccupante anche se non ho elementi
“Non ho elementi concreti per poter esprimere un giudizio compiuto”, dice ma sottolinea il rischio, come ha detto ieri la premier, che torni in scena il metodo utilizzato contro Berlusconi. “Basta solo un avviso di garanzia. Poi arrivano i titoloni sui giornali e la condanna senza appello del tribunale del popolo. Magari dopo anni si scopre che non c’era alcun reato, ma intanto il danno è fatto”. Le toghe fanno politica? “La stragrande maggioranza dei magistrati, ad ogni livello, fa, con grande dedizione, il proprio dovere”, risponde Gelmini. “Poi certo abbiamo visto che in alcuni casi non è stato così. E quando questo si sposa con la battaglia politico-mediatica di parte il mix è esplosivo. In quei casi sarebbe importante che si attivasse lo stesso autogoverno della magistratura, invece non succede quasi mai”.
Attenzione all’assedio mediatico-giudiziario per colpire la politica
Il sistema denunciato da Palamara non è un’invenzione. “Dobbiamo riconoscere che è accaduto e che potrà accadere di nuovo. Aggiungiamo a quegli ingredienti anche l’utilizzo improprio e spesso spregiudicato delle intercettazioni e il quadro è completo. Toccherebbe però alla politica trovare l’antidoto. Se imparassimo – a destra come a sinistra – a non usare l’arma delle inchieste, ci sarebbe meno spazio per le speculazioni“.
Va riformato il sistema giudiziario
La soluzione è quella di ristabilire un “corretto equilibrio fra i poteri. In passato una politica debole ha spesso abdicato al suo ruolo e ha pure cercato di lucrare sulle inchieste, specie quando l’avversario appariva troppo forte. Va ripensata la legge Severino, non per tutelare i politici ma salvaguardare la democrazia elettiva”. Gelmini poi osserva che nel Pd si è registrato un vistoso arretramento sul terreno del garantismo, come dimostra il caso Toti, definito “una sconfitta della politica e della democrazia”. “Il caso Liguria, con tanto di corteo giustizialista per chiedere le dimissioni di Toti, dimostra che la visione di Pd e Movimento 5 Stelle è oramai sovrapponibile. Anche sull’abuso d’ufficio, nonostante la battaglia di molti sindaci Pd, la linea del partito democratico è stata a rimorchio dei 5 stelle. La battaglia politica si fa con le idee e non a colpi di avvisi di garanzia”.