Bersani al veleno: “Ridirei tutto su Vannacci”. Il generale lo stuzzica: “Invitami alla Festa dell’Unità”
Vannacci coglione? E’ il botta e risposta dell’estate che si colora di nuovi sviluppi. L’ex segretario Pd Pierluigi Bersani non lascia, anzi raddoppia. “Scuse al generale, mai. Ridirei tutto”. E afferma che è tutta “colpa della destra” che “sta sdoganando idee regressive”. Non tarda ad arrivare la replica del generale ora eurodeputato della Lega: “Mi inviti alla Festa dell’Unità. Andiamo con ordine con il duello d’agosto.
Bersani, furore contro Vannacci. “E’ colpa delle destre”
Bersani in un’intervista al Corriere della Sera oggi in edicola ribadisce con furore di rifiutare l'”offerta di pace” consegnatagli via social da Vannacci. Che si era detto pronto a ritirare la querela per diffamazione se Bersani gli avesse porto pubbliche scuse. Figuriamoci. Bersani che già aveva rifiutato di chiuderla lì nell’intervista dato fondo a tutto il suo furore. E tracima contro tutto il centrodestra. Lui insulta, l’altro querela e come la vede Bersani? Che la “colpa” è delle destre. L’ossessione della “mucca nel corridoio” non lo ha mai lasciato e l’ex segretario Pd spiega questo strano caso di causa-effetto così:
“Con quella domanda, che rifarei tutti i giorni, non ho insultato Vannacci- ma le idee regressive che la destra sta sdoganando e che ci rubano il futuro. Mi sto occupando di quel rancore che le destre stanno scagliando contro i diritti sociali e civili”. “Se dovrò pagare -ironizza l’ex segretario del Pd- non saranno 49 milioni. Salvini mi dà del condannato, ma io non ho ricevuto niente”. Vannacci non perde una battuta e si inserisce nel batti e ribatti. Replica a breve giro di posta, sfidando Bersani a casa sua. “Nulla da aggiungere sulle esternazioni di Bersani che, fintanto che non insulta, può dire quello che vuole. E criticare, anche aspramente, ogni idea, posizione o principio”. “Peccato -sottolinea all’Adnkronos- non sia il solo nella sinistra progressista a trasformare una corretta critica rivolta a pensieri e idee in attacchi diretti deliberatamente alla persona”.
Vannacci spiazzante: “Invitami alla Festa dell’Unità o in un bar di Ravenna”.
Poi la mossa spiazzante: “Sempre aperto e disponibile a ritirare la querela dietro scuse pubbliche – ribadisce Vannacci-; e donazione ad associazione militari e poliziotti vittime del dovere. Strano che tra i tanti che si professano democratici e tolleranti sia io, etichettato da estremista, a cercare di mediare. Per giungere ad una soluzione ragionevole della contesa“. E poi: “Prenderei anche un caffè con Bersani. Magari in uno di quei bar di Ravenna che lui, nello sproloquio nei miei confronti, ha equiparato a luoghi di bassezza culturale. Anzi, se mi invita al festival dell’Unità io ci sono. Perché, da sempre, non nutro rancore e non sono prevenuto nei confronti di nulla e di nessuno”. Dai toni di Bersani non sembra aria di confronto diretto…