Bersani va a processo per diffamazione contro Vannacci: “Ma io stavo solo scherzando…”
Come avevamo anticipato ieri, Pierluigi Bersani, l’ex segretario nazionale del Partito democratico, impugnerà il decreto penale di condanna emesso dal Gip di Ravenna e andrà a processo per diffamazione nella causa intentagli dal generale(oggi europarlamentare della Lega), Roberto Vannacci. A dichiararlo ufficialmente lo stesso politico emiliano.
Bersani: “Andrò fino in fondo”
Sul suo profilo Facebook, l’ex numero uno di Largo del Nazareno ed ex ministro delle attività produttive nel secondo governo Prodi, scrive : “Sia chiaro che sulla querela del generale Vannacci andrò fino in fondo. Voglio andare al processo. La mia domanda, ancorché in forma scherzosa ed evidentemente non diretta a offendere Vannacci ma a criticare le opinioni che esprime, era e resta vera e sostanziale: se cioè qualcuno, per di più con le stellette, possa definire anormali degli esseri umani, racchiusi in una categoria, senza che questo venga considerato quantomeno un insulto e non una constatazione Se nell’ anno di grazia 2024 si decide che è possibile ci sarebbe davvero di che preoccuparsi”, le parole del politico ferrarese.
La querela per le frasi dette a Ravenna
Lo scorso settembre, durante la Festa dell’unità di Ravenna, Bersani attaccò frontalmente Roberto Vannacci, all’apice del successo editoriale per il suo libro, ‘il mondo al contrario”. Nel contesto di un discorso nel quale sosteneva che il generale avesse discriminato alcune categorie, lo definì, “cogl…”. “Quando leggi quelle robe lì, pensi: allora sciogliamo esercito e istituzioni e facciamo un grandissimo bar, il bar Italia, del mondo per il diritto e non per il rovescio. Dove puoi dare del pervertito a un omosessuale, puoi dare della fattucchiera a una femminista, dove puoi dare del…a un nero, dove puoi dire a un ebreo che hai ‘capito la Shoah ma ora non esagerare’ e se puoi dare del cogl.. a un generale” le parole usate da Bersani.
I tempi per l’impugnazione di Bersani
Il decreto penale di condanna può essere impugnato entro quindici giorni dall’avvenuta notifica. In quel caso, gli atti tornano al Pubblico ministero che dovrà seguire l’iter ordinario previsto per il procedimento penale e chiedere il rinvio a giudizio o l’archiviazione.