Buon Ferragosto. Alla radice delle Feriae Augusti: energia preziosa per affrontare il ciclo delle stagioni
Che il Ferragosto derivi dalle Feriae Augusti, istituite da Augusto nel 18 a.C. è cosa nota a chi nutre ancora un minimo di curiosità per la storia. Immersi nel nostro eterno presente, dimentichiamo il passato, ma non semplicemente nello sviluppo dei fatti storici, bensì nel loro significato profondo. Così, va di moda ricordare che il Natale sarebbe usurpazione cristiana del Natalis Solis Invicti istituito da Aureliano nel 273 d.C. (cosa non del tutto vera, ma ne parleremo a Natale). Allo stesso modo si sostiene che la festa dell’Assunta sarebbe usurpazione delle Feriae Augusti, in particolare della festa di Diana che si celebrava il 13 agosto. Che i culti politeisti romani siano passati nel cristianesimo è innegabile, ma questo è avvenuto non per una mera sostituzione o per una sorta di complotto anti-pagano, bensì per via della complessa congerie di culti, aspettative sull’aldilà, confusioni fra dèi e dee, fenomeni caratteristici del II e III secolo d.C.
Per ripercorrere il senso delle Feriae Augusti occorre entrare a fondo nella dimensione spirituale degli antichi Romani. Per farlo è bene non tanto ricordare Diana, quanto l’antico dio etrusco Vertumnus, celebrato il 17 agosto. Le Feriae, infatti, avevano finito per coprire l’intero mese di Agosto, costellato di festività dal sapore agreste e noto precedentemente come Sestile, il sesto mese dell’anno, quello che divide a metà l’anno che, per i Romani, iniziava a marzo. Vertumnus ci rivela già nel nome il principio della rotazione delle stagioni, del volvere: il tempo del romano è un grande ingranaggio cosmico in continua rotazione ciclica. Ma esistono momenti nei quali la rotazione del tempo va agevolata con riti propiziatori e di purificazione. Ciò avviene alla fine del ciclo (con i Saturnali decembrini), prima del nuovo ciclo (con Gennaio, il mese ambivalente di Giano, e Febbraio, quello della dea Febbre che presiede le purificazioni), durante la fase fondamentale di sviluppo delle messi (Aprilis, Maius… l’apertura dei boccioli, l’accrescersi delle messi), e quindi nella fase di raccolto e immagazzinaggio dei prodotti agricoli.
Di qui le festività agostane: i Vinalia il 19 e il 20 agosto, i Consualia il 21, la festa di Opiconsiva il 25, e via dicendo. Consus e Opi erano infatti divinità agresti dell’abbondanza e delle messi. Proteggevano i raccolti ed i granai. Così come durante i Vinalia si pregava per la preservazione delle uve appena prima della vendemmia. E non poteva mancare in questa fase dell’anno il rapporto con il Mundus, ossia con l’Oltretomba, il luogo in cui Proserpina ritorna nell’autunno-inverno. Il 24 agosto infatti si apriva per la prima volta il Mundus Cereris, ossia quella sorta di “pozzo” situato nel Foro, che metteva in comunicazione vivi e morti. I vivi dovevano restarsene il più possibile chiusi in casa, lasciar sfogare le anime dei morti, e poi richiudere il Mundus. Anche questa era una purificazione propiziatoria. I Romani, allo stesso modo dei greci, ricercavano costantemente l’armonia, ma un’armonia non estetica o spirituale, individuale, bensì cosmica. Cercavano di preservare i giusti equilibri fra i piani dell’esistenza e fra le grandi ruote dell’ingranaggio cosmico.
Si dice solitamente che il senato attribuendo ad Ottaviano il titolo di Augusto e chiamando allo stesso modo il mese Sestile abbia voluto compiere un mero atto di piaggeria. Ma nell’ottica romana non era affatto così. Il Sesto mese dell’anno è un mese culminante e critico. Con il mese seguente comincia infatti la discesa verso il freddo, verso la morte invernale dei campi e della natura. Circondare agosto di un’aura sacrale, dell’accrescimento sacro dei re, di quella virtù ulteriore degli àuguri, capaci di intendere il volere degli dèi, del potere spirituale accresciuto di Ottaviano, significava porre in una sorta di sfera protettiva quel mese così fondamentale per l’intero anno. Allo stesso modo, nell’augurarci (stessa radice di agosto!) un buon Ferragosto è come se ponessimo le nostre energie accresciute dalle vacanze estive nella giusta sfera di sicurezza e protezione, perché l’altra metà dell’anno ci possa far godere al meglio i frutti del nostro lavoro, la forza del nostro riposo.