Casi Stellantis e Fanpage, il silenzio dei giornali di sinistra sui licenziamenti e i dipendenti sottopagati

21 Ago 2024 13:30 - di Diego Corti
casi Stellantis e Fanpage

Non un rigo, nemmeno un parola. I casi Stellantis e Fanpage, che ieri hanno occupato l’attenzione di tanti media(nel caso del colosso italo-francese anche internazionali)ha fatto registrare un rumoroso silenzio da parte dei giornali di sinistra. Eppure, si tratta di due vicende che riguardano da un lato il disinvestimento industriale, con circa 15mila persone licenziate o mandate in cassa integrazione, e dall’altro la questione dello sfruttamento di lavoratori, sottopagati.

I due casi Stellantis e Fanpage e il silenzio del gruppo Gedi

Stellantis, in sostanza l’ex Fiat divenuta italo-francese ma sempre nella mani di Exor, la cassaforte degli eredi di Gianni Agnelli, ieri ha pubblicato i dati del bilancio 2023. 36 milioni di euro di stipendio(azioni comprese) sono andati a Carlos Tavares, l’amministratore delegato, mentre Jonn Elkann ha incassato 4 milioni di euro di dividendi. Tutto questo mentre il gruppo annuncia, di fatto, circa 15mila esuberi di lavoratori che saranno licenziati o mandati in cassa integrazione. Dal gruppo Gedi(Repubblica, La Stampa) che appartiene sempre ad Exor, non è stato scritto niente su questa incredibile divaricazione sociale, che un tempo avrebbe fatto proclamare lo sciopero ai sindacati, ne da altri quotidiano dichiaratamente progressisti. Il destino dei lavoratori a rischio di sopravvivenza cozza con gli emolumenti straordinari concessi ai manager. Mentre negli Stati Uniti, dove sono stati annunciati altri disinvestimenti, sia i sindacati che i media hanno tuonato fortemente contro la famiglia Elkann.

Su Fanpage, Libero ieri ha pubblicato un reportage nel quale dimostra che il sito giornalistico, che pure ha aumentato quasi del 10% i ricavi arrivando a 26 milioni di euro, paga sostanzialmente la metà i suoi redattori e collaboratori. Anche qui, silenzio totale. Fosse accaduto a un giornale di area di centrodestra sarebbe certamente successo il finimondo.

Lo strabismo della sinistra e dei giornali sulle questioni sociali

Se è vero che la lotta di classe è morta e sepolta, è altrettanto vero che tacere dinanzi alle due situazioni conferma uno strabismo condiviso sia dalla sinistra che dai suoi giornali di riferimento. Repubblica e La Stampa sono due glorie del giornalismo italiano e, qualche tempo fa, nel caso dei giornalisti del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, si assistette a una vera e propria sommossa contro l’occupazione editoriale di Alain Elkann, papà di Jonn, per un articolo scritto di imperio su una questione di maleducazione giovanile in un viaggio in treno. Eppure, sulla crisi di Stellantis non è stata spesa una parola, ne tantomeno sull’inchiesta di Libero, nemmeno come fatto di pura cronaca.

Nel mentre lo scorso anno di questi tempi si aprivano i giornali con la proclamazione dello sciopero generale da parte di Landini contro la manovra finanziaria, due mesi prima che se ne conoscessero i contenuti. I tempi cambiano. Che tristezza.

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