È morto Alain Delon: aveva 88 anni. Vita, morte e miracoli artistici dell’ultimo divo del cinema francese (video)

18 Ago 2024 9:38 - di Penelope Corrado
Alain Delon

Lutto nel mondo del cinema: Alain Delon è morto all’età di 88 anni. A darne notizia i figli Alain Fabien, Anouchka e Anthony. L’attore francese “è morto serenamente nella sua casa a Douchy”, fa sapere la famiglia. Icona del cinema francese e internazionale, Alain Delon ha raggiunto la fama mondiale negli anni ’60 recitando in “Rocco e i suoi fratelli” e “Il Gattopardo” di Luchino Visconti. Malato da diversi anni, aveva annunciato il suo ritiro dalle scene nel 2018.

Da Romy Schneider a Mireille Darc: tutte le donne della sua vita

Particolarmente movimentata la sua vita sentimentale: prima ancora di porre fine alla relazione con Romy Schneider, avviata nel 1958 sul set di “L’amante pura”, ebbe una storia con la cantante Nico, dalla quale nel 1962 ebbe un figlio, mai riconosciuto; nel 1964 sposò Francine Canovas, con la quale ebbe il figlio Anthony e dalla quale divorziò quattro anni dopo.

Dal ’68 all’83 fu legato all’attrice Mireille Darc, mentre dall’87 al 2001 ebbe al fianco la modella Rosalie van Breemen, madre di Anouchka e Alain-Fabien. Al suo fianco, negli ultimi tempi della sua vita, c’era Hiromi Rollin, 66 anni, aiuto regista da trenta al fianco di Delon, prima come assistente poi come compagna. La donna era stata accusata dai figli di maltrattamenti e circonvenzione di incapace – oltre che di mire sull’eredità.

“Sinonimo di bellezza e talento”

“È passato oltre l’attore francese Alain Delon, divo per antonomasia, che con il suo stile è stato protagonista del cinema della seconda metà del novecento. Lo ricorderemo per le interpretazioni nei film di Luchino Visconti “Rocco e i suoi fratelli” e il “Gattopardo” – che lanciarono la sua carriera – ma anche nell’Eclisse di Michelangelo Antonioni al fianco di Monica Vitti e in molte altre pellicole che hanno fatto la storia del cinema mondiale. Il suo nome sarà per sempre sinomino di bellezza e talento”. Così ha commentato sui social il presidente della Commissione Cultura della Camera Federico Mollicone.

Dalla Guerra d’Indocina al debutto sul set

Nato a Sceaux (Seine) l’8 novembre 1935, all’età di 17 anni, Alain Delon si arruolò nella marina militare francese e nel 1953 venne destinato al corpo di spedizione nel Sud-est asiatico che partecipava alla guerra d’Indocina. Congedato nel 1956, il giovane Alain iniziò a frequentare a Parigi l’ambiente degli intellettuali e il mondo dello spettacolo e a recitare in teatro, finché la sua singolare bellezza e la sua duttilità nell’affrontare ruoli anche modesti vennero notate da alcuni produttori cinematografici. Fu così che per il giallo di René Clément “Delitto in pieno sole” (1960) l’attore, scelto inizialmente per una parte secondaria, ottenne invece quella del protagonista, il subdolo Tom Ripley che uccide un giovane miliardario per assumerne l’identità. Il film ebbe un buon successo e rappresentò per Delon un trampolino di lancio, proponendo per la prima volta quel personaggio controverso a lui estremamente congeniale. Fu però un maestro come Visconti a consentirgli di lasciar affiorare una complessità interpretativa, che lo impose all’attenzione, quando lo diresse magistralmente in “Rocco e i suoi fratelli” (1960), opera in cui lo spirito neorealista si fonde con le cadenze del melodramma. Delon rese perfettamente l’introversa malinconia del giovane protagonista, Rocco Parondi, un figlio del Meridione immigrato a Milano, proletario dall’animo ‘viscontianamente‘ nobile, ma destinato per la sua eccessiva mitezza a risultare un perdente.

Il film favorì l’inizio di una carriera italiana dell’attore francese: Michelangelo Antonioni lo volle, infatti, per “L’eclisse” (1962), facendogli interpretare il dinamico e arrivista agente di borsa Piero. Nel 1963 fu ancora Visconti a scritturarlo per “Il Gattopardo”, nel ruolo dell’affascinante Tancredi, nipote del principe di Salina, valorizzato dalla lettura chiaroscurale e barocca del romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa elaborata dal regista. Nello stesso periodo Delon fu protagonista in Francia di un ‘polar’ (il poliziesco alla francese) che si rivelò un grande successo commerciale: “Colpo grosso al Casinò” (1963) di Henry Verneuil, dove recitò per la prima volta con il più popolare attore francese dell’epoca, Jean Gabin, interpretando un giovane impulsivo truffatore. Ai successi della vita professionale per Delon si legarono in maniera inscindibile i clamori di quella privata: una lunga e tormentata storia d’amore con l’attrice Romy Schneider, l’attivismo politico controcorrente (che gli hanno fatto guadagnare anche l’etichetta di “fascista”). Non è mancata qualche disavventura imprenditoriale, che ebbe un seguito anche giudiziario, il suo coinvolgimento in vari scandali rosa. Le vicende biografiche finirono per rendere ancora più avventurosa e seducente, agli occhi del grande pubblico, l’immagine dell’attore, che divenne, sul finire degli anni Sessanta, emblematica dei personaggi amorali e privi di scrupoli protagonisti di certi polizieschi francesi.

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