Francia nel caos, da Macron arriva il “no” alla Castets premier: avanza l’ipotesi Cazeneuve

17 Ago 2024 15:16 - di Giulio Fioretti
Francia

La Francia è ancora nel caos, alla ricerca del nuovo presidente del Consiglio dopo le elezioni del 30 giugno e 7 luglio. Emanuel Macron inizierà le consultazioni il prossimo 23 agosto ma difficilmente si potrà arrivare a un accordo di tutto il fronte repubblicano che si è unito contro il Rn nel secondo turno alle politiche, mentre circolano i nomi dei primi ministri con alcuni niet già espressi dall’Eliseo.

Il no del “Matignon” a Castets

Macron ha già detto no a una proposta del fronte popolare, l’alleanza tra i socialisti di Faure e i comunisti di Melènchon, che ha conquistato la maggioranza relativa dei seggi. Il “Matignon”(come viene indicata la carica di Primo Ministro) non andrà alla giovane Lucia Castets.

Lucie Castets aveva detto di  “non vedere l’ora che inizi la coabitazione “, ha detto in un’intervista a  La Marseillaise.

Proposta dalla sinistra unita il 23 luglio, la 37enne alta funzionaria si è vista spazzare via il suo nome dal capo dello Stato al telegiornale France 2. “La domanda non è un nome. La questione è quale maggioranza potrà emergere nell’Assemblea”, aveva detto Macron.

Direttore delle finanze e degli acquisti del municipio di Parigi e portavoce del collettivo Nos Services publics, Lucie Castets è riuscita, dopo due settimane di dure trattative, a ottenere consensi all’interno del Nuovo Fronte Popolare grazie alla sua visibilità nella società civile. Ma l’economista, finora sconosciuto al grande pubblico, fatica ancora a incarnare una figura unificante per la sinistra.

La Francia a Cazeneuve?

Tra i nomi che potrebbero essere perlomeno, “non sgraditi” all’Eliseo, c’è quello di Bernard Cazeneuve. Socialista, 61 anni, è stato già presidente del Consiglio, seppure per soli cinque mesi, dal dicembre 2016 al maggio 2017, nell’ultimo periodo della presidenza Hollande. Cazeneuve è un socialista marconiano per certi versi, perché ha sempre espresso lontananza sia dal Rn che da La France Insoumise.

Le opzioni Pècresse e Bertrand

Un altro nome che non sarebbe sgradito all’Eliseo è quello di Valèrie Pècresse, repubblicana. Il giorno dopo la cerimonia di chiusura dei Giochi Olimpici, il presidente della regione dell’Île-de-France si è rallegrato per “un notevole successo sportivo e popolare”.  Prima di sottolineare la “mobilitazione eccezionale” degli “attori pubblici”. Stima ricambiata da Macron. Non sembra avere grandi chanches, invece, Xavier Bertrand.

 

 

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