Furbetti dell’Isee: ecco i trucchi più usati per risultare meno abbienti. Il tributarista: sistema da rivedere
Assegno di inclusione, bonus bollette, assegno unico Inps, carta acquisti: sono solamente alcune delle agevolazioni che gli italiani con un Isee – Indicatore della situazione economica equivalente – basso possono ottenere. Uscire dal nucleo familiare, spostare la residenza o il domicilio o ritardare l’incasso di una fattura, sono tutti metodi che vengono sovente utilizzati per risultare meno abbienti ai controlli dello Stato.
Se una fetta di cittadini ha effettivamente bisogno di questi aiuti, non è il caso di molti altri che lo fanno solo per convenienze economica, per avere tasse universitarie più basse per il figlio o per esenzioni nell’utilizzo del sistema sanitario. ”La prima e più semplice cosa che qualcuno potrebbe fare ridurre il valore del proprio Isee è uscire dal nucleo familiare. L’indicatore tiene conto dei redditi di tutta la famiglia – spiega all’Adnkronos l’avvocato Gianluca Timpone, tributarista -. Se ho la possibilità di spostare la mia residenza o il domicilio, automaticamente il mio reddito non verrà preso in considerazione”.
La zia indigente inserita nel nucleo familiare
Un’altra tecnica è inserire nuove persone all’interno del nucleo, come un nonno o una zia privi di reddito ”così che vengano considerate persone a carico, riducendo la soglia”. Il metodo più diffuso è quello di ridurre la giacenza media sui conti correnti, un fattore che rientra nel calcolo annuale dell’Isee. Si potrebbe quindi trasferire la ricchezza su persone vicine ed esterne alla famiglia oppure ”anche utilizzare conti non monitorati dal sistema fiscale, paesi fuori dall’area Sepa. Un conto a San Marino non viene tenuto sotto controllo”.
Esiste la trasparenza finanziaria: ”Lo stato di San Marino comunica quali e quante sono le liquidità presenti presso i propri conti correnti, ma se viene fatta richiesta di Isee, la giacenza media non salta automaticamente fuori. Con l’Isee precompilato la banca dati dell’Inps non dispone di quanto presente nei conti di paesi esteri come San Marino o Albania” aggiunge l’avvocato. Per i lavoratori autonomi si apre un’ulteriore porta: ritardare il momento dell’incasso di una fattura così da far figurare il guadagno l’anno successivo, riducendo così il valore dell’Isee corrente. Il maggior numero di informazioni in circolazione rende più complicato farla franca, l’Inps dispone di molti più dati per verificare che quanto dichiarato sia vero. Nel caso in cui venga verificato l’utilizzo di un beneficio in maniera indebita ”posso essere sottoposto a una verifica fiscale e finanziaria da parte dell’Agenzia delle entrate o della guardia di finanza”.
L’allarme del tributarista: “Isee facilmente raggirabile”
Oltre alla sanzione ”l’agenzia recupera quello che è il beneficio raggiunto tramite Isee non reale e, in secondo luogo, una volta accertato il maggior reddito, sulla differenza vengono recuperate imposte e sanzioni pari al 30% di quanto non dichiarato”. Se la situazione reddituale e patrimoniale di un soggetto viene modificata in maniera artificiale, si commette anche illecito penale: ”Il reato è di falso ideologico, articolo 483 del Codice Penale, e si può anche incappare in una reclusione da 2 a 6 anni’‘ sottolinea Timpone. L’obiettivo dell’Isee precompilato era quello di sfruttare informazioni già disponibili da parte dell’autorità finanziaria, ora anche quei dati possono essere oggetto di modifiche. Occorrerebbe individuare un sistema che si basi solo sull’effettiva ricchezza.
”Una soluzione potrebbe essere individuare soglie sopra le quali non si possa accedere ad agevolazioni; individuare un arco temporale molto più lungo, magari 5 o 10 anni, nei quali si capisce se quel contribuente ha o meno ricchezze per beneficiare di quel tipo di agevolazione. Certo non è semplice, però l’Isee al momento è facilmente raggirabile rispetto ad altro strumenti” dice l’avvocato. In sintesi ”si dovrebbe agire sulla deterrenza legata a sanzioni che siano reali e certe, non aleatorie – aggiunge -. Cosa che accade negli altri paesi dove non esiste un sistema tipo il nostro”.
Negli Stati Uniti, in Svezia e anche in Francia vengono utilizzati modelli prestampati dove il singolo dichiara di possedere un determinato immobile o reddito. ”È un meccanismo che si basa sulla fiducia tra Stato e contribuente. Le sanzioni sono più importanti e vengono applicate, quindi dichiarazioni non reali da parte dei contribuenti non sono molte”.