Gender reveal, mania narcisistica. Lo psicoterapeuta: “La nascita ridotta a show per avere ‘like’

13 Ago 2024 14:56 - di Gabriele Alberti
gender reveal

Dalla famiglia Ferragni alla influencer Chiara Nasti, la moda dei video social con le immagini del gender reveal – la festa a sorpresa in cui si svela il sesso del nascituro – e del gender shower, un party per l’arrivo del figlio, dilaga sempre di più. Dal nords al sud della penisola. Al punto da perdere ogni controllo e civiltà. Come il caso accaduto a Pozzuoli dove alcuni parenti hanno imbrattato il muro della ginecologia dell’ospedale scrivendo il nome del neonato. O i fumogeni accesi in un cimitero per condividere con la defunta il sesso della nipotina in arrivo. A parte l’ostentazione smodata e il gusto dell’horror la mania chiama in causa una narcisismo dilagante e una de-sacralizzazione di un momento fondamentale come la nascita.

Gender shower e gender reveal: cosa dice lo psicoterapeuta

Del gender shower e del gender reveal si occupa non  a caso la psicologia. L’analisi per l’Adnkronos Salute di Giuseppe Lavenia, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche, Gap e Cyberbullismo è illuminante su un atteggiamento che sta diventando maniacale, provocando come prevedibile effetti emulazione. “L’urgenza di creare un’identità digitale prima ancora che il neonato abbia un nome o un respiro autonomo è un sintomo allarmante della nostra società iperconnessa e disumanizzante. Il ‘gender revival’ e la spettacolarizzazione della nascita attraverso i social non sono altro che manifestazioni di un narcisismo dilagante; dove l’esperienza umana viene svuotata del suo valore autentico e ridotta a un palcoscenico digitale“.

Si banalizza la nascita con il bisogno di approvazione virtuale

“Quando l’attenzione si sposta dal miracolo della vita al bisogno di approvazione virtuale” vuol dire che non siamo messi bene. Vuol dire strumentazzare un evento intimo già di per sé gioioso in un pretesto per avere “like” e cuoricini sui social. “Assistiamo alla completa strumentalizzazione degli eventi più sacri e intimi – prosegue Lavenia-. La condivisione ossessiva su piattaforme come TikTok, ancor prima che la nuova vita abbia mosso i primi passi nel mondo, riflette una società che ha perso il contatto con la realtà. Sostituendo la profondità dell’esperienza umana con l’effimero consenso online”. Che cosa sta accadendo?

“Sta accadendo che la nostra identità si dissolve in un mare di pixel – risponde lo studioso- . E la nascita, un tempo celebrata come l’inizio di un viaggio umano unico, viene ridotta a un pretesto per guadagnare ‘like’. La socializzazione del sesso del bebè è solo l’ultimo atto di una tragedia più ampia: l’erosione del significato, del rispetto per la vita, e della nostra capacità di vivere nel presente senza il filtro distorcente dei social media”.

Gender reveal: perché è una moda pericolsa

Un’analisi profonda e coraggiosa. Secondo Lavenia, “è fondamentale ricordare ai genitori che ogni azione che compiamo oggi per i nostri figli lascia un’impronta duratura sul loro futuro. Il desiderio di condividere ogni momento della loro vita sui social può sembrare innocente o persino affettuoso. Ma le conseguenze possono essere devastanti. Quel video caricato per ottenere qualche ‘like’ o per strappare un sorriso potrebbe diventare, domani, una fonte di imbarazzo; o addirittura di derisione per i nostri figli. La rete non dimentica, e ciò che oggi sembra solo un momento divertente potrebbe trasformarsi in un’arma nelle mani di chi non avrà alcuno scrupolo nel usarla contro di loro. È un nostro dovere – conclude – proteggere i nostri figli, non solo fisicamente, ma anche emotivamente e psicologicamente. Garantendo che la loro immagine e la loro identità non vengano sfruttate o esposte senza il loro consenso”.

Il caso di Pozzuli: “E’ nato Bryan” scritto sui muri con pennarello

È nato Bryan Romano: è questa la scritta che qualche giorno fa incorniciava la sommità della porta di una delle sale dell’ospedale di Pozzuoli. A imbrattare il muro, con pennarello indelebile, pazienza ed equilibrio, vista la posizione precaria dell’artista sulle spalle dell’aiutante, sono stati i familiari del neonato, mettendo in atto quella che – a giudicare dalle altre scritte lasciate sul muro che si intravedono nel video – è una pratica comune nel reparto di ostetricia puteolano. La clip dell’accaduto è stata pubblicata su Facebook . L’accaduto è stato segnalato alla direzione sanitaria facendo scattare una denuncia che ha indispettito non poco gli autori dell’opera. “Non siete degni di giudicare gli altri”. Sì, siamo alla frutta.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *