Il libro. Nel “Fuoco segreto”: mentre Evola e Junger discutono di Flaiano. Elisir tra le fiamme delle idee

11 Ago 2024 12:00 - di Lorenzo Cafarchio

Ludi evoliani. Magmatico si muove il terreno culturale per ricordare i 50 anni della scomparsa di Julius Evola. Scritti, lettere, interviste, documenti, testimonianze e inediti sono il sottotitolo, che bussa alle nostre librerie, di Fuoco segreto (488 pp.; 45,00€) una delle ultime pubblicazioni targate Edizioni Mediterranee. Grazie al lavoro degli studiosi Andrea Scarabelli, Luca Siniscalco e Giovanni Sessa giunge a noi questo poderoso volume capace citando l’introduzione di Gianfranco de Turris, citatore del Vinaya Pitaka, di mostrarci la capacità di fare “quel che doveva essere fatto”. Ovvero immergersi nel lavoro, mastodontico, dell’intellettuale romano.

Scorrendo l’indice sono numerosi i tributi rivolti a Evola. Da quello di Joscelyn Godwin passando per Sandro Consolato, Adriano Scianca, Claudio Mutti e tanti altri pensatori che hanno prestato la loro penna per indagare sul periodo dadaista del filosofo, sul rapporto dell’autore con Clemente Rebora, ma ancora sull’architettura, oppure sull’incontro con Gottfried Benn e Massimo Scaligero. Tra le tante primizie, da cogliere con ingordigia, ci imbattiamo, nel primo capitolo dedicato ai carteggi, nel rapporto epistolario tra Evola ed Ernst Jünger. I due molto probabilmente non si incontrarono mai di persona – come spiega il curatore della traduzione delle missive Emanuele La Rosa – ma quello che emerge dall’epistolario è uno scambio di vedute e di volontà nel lavoro metafisico attorno a testi come l’Operario e Oltre la linea.

Qui di seguito proponiamo una delle tante lettere inserite nel tomo che arriva proprio dalla corrispondenza tra l’artefice del Trattato del ribelle e di quello di Cavalcare la tigre. Jünger nelle tante opere lette, all’interno del post scriptum, cita Ennio Flaiano e il suo Tempo di uccidere. Tra le polemiche emerse dal premio intitolato allo scrittore abruzzese e i giorni dello Strega – Tempo di uccidere nel 1947 vinse la prima edizione del riconoscimento dedicato al liquore – diventa piacevole sorpresa leggere di due giganti della cultura del ‘900 che si perdono tra libri, suggestioni e pensieri. Piacevole come sorseggiare elisir tra le fiamme delle idee.

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21/11/53

Gentilissimo Signor Evola,

La ringrazio molto per le righe che mi ha mandato il 17 novembre. Il suo nome non mi è certo noto solo attraverso Mohler, ma da molto più tempo. Albrecht Erich Günther, che purtroppo è morto in guerra, parlava spesso di lei. Ho ricordato la sua morte nei miei diari, apparsi sotto il titolo di Strahlungen, i quali sono stati tradotti in italiano da Longanesi. Purtroppo, la loro pubblicazione va alquanto per le lunghe.

Per ciò che riguarda l’Operaio, non ho ancora deciso in via definitiva le modalità di una nuova edizione. Heidegger, con il quale ne ho parlato ieri l’altro, crede che io debba pubblicarlo presto e senza rimaneggiamenti. Io vorrei invece inserirvi tutta una serie di nuovi punti di vista. Probabilmente si arriverà ad optare per entrambe le soluzioni, sicché pubblicherò una piccola edizione non rimaneggiata ed una più grande rivista.

Per questi motivi non vorrei bruciare le tappe con delle traduzioni. Le propongo invece di rivolgere la sua attenzione verso i miei ultimi scritti politici. Si tratta di tre lavori, i quali sono comparsi con i titoli Oltre la linea, Trattato del Ribelle e Il nodo di Gordio.

Oltre la linea dà una visione d’insieme sullo stato attuale del nichilismo e dei suoi sviluppi.

Il trattato del Ribelle descrive i possibili atteggiamenti dell’individuo all’interno della dittatura moderna.

Il nodo di Gordio presenta lo schema degli incontri tra Oriente ed Occidente a partire da Erodoto.

I tre scritti sono apparsi per Vittorio Klostermann di Francoforte sul Meno. Riuniti, costituirebbero un volume di circa trecento pagine. In questo formato lo sta già traducendo in francese il professor Henri Plard e dovrebbe uscire il prossimo anno presso Plon.

Mi prendo la libertà di mandarle lo stampato de Il nodo di Gordio. Se la lettura dovesse essere di suo gradimento, si rivolga a Klostermann.

Nella speranza di vederla a Roma, dove andrò a trovare il mio amico Henry Furst, resto

Suo

Ernst Jünger

P.S. In questi giorni ho letto con grande piacere il libro del suo connazionale Faiano [sic] Tempo di uccidere, che è appunto apparso in traduzione tedesca.

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