Lo storico di sinistra Oliva demolisce Bolognesi: “Assurdo, come dire che il Pd è figlio delle Br”

3 Ago 2024 13:49 - di Eugenio Battisti

“Parlare di legami tra l’eversione nera e questo governo è come dire che nel Pd ci sono ancora gli emuli delle Br”. Parola di Gianni Oliva, storico di sinistra, un passato giovanile da extraparlamentare, che dalle colonne del Giornale smonta le pesanti accuse del del presidente dell’Associazione vittime della strage di Bologna, Bolognesi, sui legami tra governo di destra e l’attentato che il 2 agosto del 1980 uccisero 84 persone.

Strage di Bologna, lo storico Oliva smonta la tesi di Bolognesi

Accuse che hanno scatenato un caso politico e che la premier ha stigmatizzato come “gravissime e pericolose”. “Stiamo parlando di episodi di 50 anni fa. Giorgia Meloni era appena una bambina. È inutile fare riferimenti a cose di questo genere, cioè immaginare aspetti e simpatie per il terrorismo. Se qualcuno ha questo dubbio, faccia nomi e cognomi”. Le parole sono pietre, fa capire Oliva mettendo in guardia dal clima di scontro ideologico alimentato dalle opposizioni. “Io penso che la sinistra ha fatto i conti con il terrorismo rosso. Non da subito, perché c’è stata una parte di sinistra che parlava di “compagni che sbagliano. La destra mi sembra che i conti con quel passato li ha fatti meno, non vuol dire che non li ha fatti. Vuol dire che li ha fatti in modo più superficiale”.

Attenzione a creare un humus, uno stato d’animo…

“Il terrorismo, rosso e nero, extraparlamentare di destra e di sinistra, non è stato solo frutto di militanti spregiudicati. Se in piazza scandisci slogan come “se vedi un punto nero spara a vista”, o “boia chi molla” crei un humus, uno stato d’animo. Se archiviamo quella stagione come fosse solo colpa di quelli che sono stati condannati, allora non abbiamo capito che le tragedie nascono sempre dalle smagliature della coscienza collettiva, come succede oggi con CasaPound o gli anarco-insurrezionalisti No-Tav”.

A scuola si dovrebbe isegna Piazza Fontana e Aldo Moro

Oliva non ha certo simpatie per la destra, negli anni di piombo faceva parte degli extra-parlamentari di sinistra di Torino. “Finché non hanno ammazzato il vicedirettore della Stampa Roberto Casalegno. Che noi conoscevamo bene, eravamo andati a casa sua. Per noi – spiega  al Giornale – era un conservatore perché sosteneva che il terrorismo nasceva anche a sinistra, non erano “fascisti travestiti” come si diceva allora. Ma sparargli era tutt’altra cosa”. Il passato che non passa. Dal corto circuito, conclude Oliva, si  esce solo facendo studiare agli studenti la Storia contemporanea. “Bisognerebbe che nel triennio delle scuole superiori si iniziasse dalla Rivoluzione francese per poter arrivare al presente. Altrimenti continuiamo ad avere studenti che sanno chi è Annibale ma non hanno mai sentito parlare né di Piazza Fontana né di Aldo Moro. Mi piange il cuore per quello che resta fuori, ma se vogliamo essere cittadini coscienti del presente dobbiamo conoscere il passato prossimo”.

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