Mostro di Firenze, anche la famiglia di Stefania Pettini chiede la riesumazione: “Dna sotto le unghie”
Il Mostro di Firenze continua a tenere banco. Dopo le rivelazioni giunte dalla Francia, con la scoperta di un nuovo Dna, ignoto, sulla scena dell’ultimo omicidio (nel 1985) oggi è la volta dei familiari di Stefania Pettini, uccisa nel 1974 dall’assassino seriale insieme al fidanzato, che chiedono di riesumare il corpo della congiunta convinti che possano essere trovate altre tracce genetiche finora sconosciute.
L’omicidio Pettini: accoltellata e martoriata
Sabato 14 settembre 1974, Pasquale Gentilcore di 19 anni, di Arezzo e residente e Stefania Pettini, 18 anni, di Vicchio, segretaria d’azienda, vengono uccisi nella località Fontanine di Rabatta, nel paese di Sagginale, una frazione del comune di Borgo San Lorenzo mentre si trovano fermi in una fiat 127 lungo una strada sterrata; lui viene ucciso con cinque colpi di pistola mentre lei, dopo aver ricevuto tre colpi, ancora viva viene portata fuori dall’auto e accoltellata decine di volte e le viene inserito un tralcio di vite nella vagina. Ancora una volta è la donna ad essere mutilata, caratteristica che si registrerà anche in futuro.
La ragazza fu pedinata da uno sconosciuto
Il pomeriggio prima di essere uccisa la Pettini aveva confidato a un’amica di aver avuto un incontro sgradevole con uno sconosciuto ma non ebbe tempo di approfondire il fatto. Un amico della ragazza, titolare della scuola guida dove la ragazza stava conseguendo la patente, raccontò ai carabinieri di un pedinamento da parte di uno sconosciuto in auto durante una lezione di guida, il venerdì sera prima del delitto. In ogni caso la Pettini non fu la sola, tra le vittime femminili del maniaco, ad aver lamentato molestie da parte di ignoti poco prima dei delitti. Gli inquirenti esaminarono anche il diario della ragazza ma senza trovarvi alcuna annotazione insolita.
La cugina: “Possibili tracce sulle unghia di Stefania”
“Se dovessero chiedermi l’autorizzazione per riesumare il corpo di Stefania dicendomi che esiste anche solo una possibilità di scoprire la verità, io gliela darei. Non ci ho dormito la notte prima di rispondere. Sono passati 50 anni, ma io ho sempre detto che non voglio morire senza sapere chi l’ha uccisa e perché lo ha fatto” ha affermato Tiziana Bonini, cugina della vittima a Repubblica. Sulle unghie di Stefania, secondo Tiziana Bonini, potrebbero esserci tracce del Dna del mostro.
L’ipotesi che il Mostro di Firenze sia ancora vivo
Tre mesi prima di morire, nell’ottobre del 2022, il grande criminologo cosentino Francesco Bruno, autore di un memorabile studio commissionato dal Sisde sul profilo del serial killer, si disse certo che il mostro fosse ancora vivo e che possedesse i feticci delle sue orribili imprese.
“Secondo me è una persona che potrebbe avere la mia età, 75 anni.–disse Bruno- Credo che non ci siano motivi per essere sicuri che sia morto”, aggiungendo che a suo dire il mostro di Firenze potrebbe aver interrotto la catena di atroci omicidi per darsi a una vita “normale”, ma di basso profilo per evitare che qualcuno potesse ricondurlo a quei crimini.
Perché si sarebbe fermato il 1985?
L’ipotesi contraria è che la fine degli omicidi nel 1985 non troverebbe spiegazioni in un assassino seriale. E qui rientra in gioco la pista di Francesco Narducci, il medico perugino scomparso misteriosamente qualche settimana dopo l’ultimo delitto, che alcuni ritenevano potesse essere il mandante degli omicidi poi compiuti da Pietro Pacciani e dai “compagni di merende”. Il mistero su Narducci, figlio di una potente famiglia massonica, è alimentato non solo dalla sua “strana” morte sul lago Trasimeno ma da quello che accadde subito dopo: gli inquirenti portarono a casa il corpo di un uomo di bassa statura(Narducci era quasi 1,90). Il medico interruppe improvvisamente e con il volto scuro una lezione universitaria e da lì fece perdere le sue tracce giungendo sulla sua barca nel lago e morendo subito dopo. Ancora, Pacciani sarà in carcere per qualche anno dopo il 1985 e questo, secondo l’allora Procura guidata da Pierluigi Vigna, spiegherebbe la letargia omicidiaria.
Antoniozzi a Nordio: “Procura riesumi i corpi”
“Ho presentato un’interrogazione al ministro Nordio affinché la procura di Firenze riesumi i corpi di Stefania Pettini e Jean Michel Kraveichvili, due delle 14 (o 16) vittime del Mostro di Firenze, per come richiesto dai loro stessi congiunti, dopo il ritrovamento di un Dna ignoto”. Lo afferma il vicepresidente del gruppo di FdI alla Camera, Alfredo Antoniozzi, annunciando con una nota il suo atto. “Non voglio fare dietrologie, né difendere nessuno – prosegue -, né posso dire ovviamente qualcosa in materia se non quello che disse il mio grande concittadino, Francesco Bruno, criminologo di fama mondiale, che si disse convinto che il Mostro fosse ancora vivo. Dinanzi a una possibile notitia criminis la procura di Firenze deve agire, peraltro avendo anche l’autorizzazione dei familiari di questi due poveri ragazzi, uccisi brutalmente”, le parole dell’esponente di FdI.