Mps, da quando non è più “banca rossa” l’utile netto è di oltre un miliardo. Travasi di bile nel Pd
“La chiusura del primo semestre dell’anno di Mps, con la crescita di più dell’87% sullo stesso periodo del 2023, non conferma soltanto che la direzione intrapresa sia quella vincente, ma che l’impegno e il lavoro costanti della governance guidata dal presidente Nicola Maione e dall’amministratore delegato Luigi Lovaglio, dei lavoratori tutti e dei dirigenti di Mps, stanno generando risultati sempre più solidi e confermando le prospettive favorevoli di un player del credito nazionale al servizio del nostro territorio”. Nelle parole del deputato di Fratelli d’Italia Francesco Michelotti c’è la soddisfazione per risultati che segnano un’inversione di rotta rispetto ai tempi in cui Mps era una banca rossa, in mano al Pd.
“A dimostrare ulteriormente questa visione – aggiunge il deputato di FdI – il nuovo piano al 2028 che prevede, tra l’altro, l’assunzione di 800 figure giovani ed un programma di investimenti in nuove tecnologie quantificato in mezzo miliardo di euro. L’ottima salute di Mps è, oggi, una certezza e conferma la correttezza della visione di quanti hanno lealmente sostenuto questo istituto nella storia recente”.
Un’analisi condivisa da tutti i partiti del centrodestra. “Una crescita di più dell’87 per cento – dichiara Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia e responsabile nazionale dei Dipartimenti del partito azzurro – riqualificazione dei dipendenti con piani di formazione, un’offerta di mutui per famiglie e imprese sempre più crescente e assunzioni in futuro di 800 persone con competenze specifiche. La banca presieduta dal presidente Nicola Maione e diretta dall’ad Luigi Lovaglio conferma che la strada intrapresa dall’istituto è quella giusta, con una strategia improntata alla crescita e all’ulteriore modernizzazione, senza dimenticare il forte legame con il territorio”.
“Un traguardo che conferma la scelta coraggiosa di chi ha creduto con convinzione in MPS e nella tutela dei suoi lavoratori, dopo la stagione dei disastri targati Pd che, al contrario, ne avevano segnato drammaticamente il futuro. La rotta è invertita”, commenta soddisfatto il deputato della Lega e responsabile del dipartimento economia del Partito, Alberto Bagnai.
‘C’è qualcosa di estremamente simbolico nei risultati semestrali fortemente positivi presentati dal Monte dei Paschi: quello che era stato un monumento alla malagestione dell’Italia del PD e dei suoi amministratori locali rifiorisce. È bastato girare pagina rispetto ai miliardi di crediti erogati alle aziende come Sorgenia vicine a De Benedetti e agli amici degli amici per rimettere in piedi una banca unica al mondo e un pezzo della storia del genio Italico e Toscano per il commercio”. Così il senatore della Lega Claudio Borghi, capogruppo della commissione Bilancio a Palazzo Madama. “Quel buco senza fondo stimato in 50 miliardi di euro dalla commissione d’inchiesta sul Monte Paschi della Regione Toscana, si è definitivamente chiuso e anzi sta tornando a creare lavoro e sostegno all’economia e al territorio portando anche utili per lo Stato azionista che ha avuto il coraggio come primo atto dell’attuale Governo di investire nella banca nazionalizzandola con la sottoscrizione del grande aumento di capitale che ha rappresentato un punto di svolta”.
In tale contesto, sorprende (ma non troppo) la smemoratezza del governatore della Toscana, Giani che vorrebbe attribuire addirittura al Pd il merito della rinascita del Monte dei Paschi. Smemoratezza o faccia tosta?